I 100 metri e l'eternità nascosta in meno di 10''

Storie, leggende e protagonisti dietro gli sprint da ricordare

I 100 metri e l'eternità nascosta in meno di 10''
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Qualcuno potrebbe pensare che i 100 metri corsi dai campioni siano il racconto di un battito di ciglio. Un fremito che inghiotte tutto. Non è così: dentro, e dietro, quello sprint ci sono lunghe storie di vita, momenti che sembra passino mai. Altro che 10 secondi o, meglio ancora, 9 secondi e 58 centesimi che poi è l'attuale record tuttora sulla pelle e sulle spalle di Usain Bolt. Avremo un'altra estate per accorgercene, magari aspettando le imprese delle frecce azzurre: da Jacobs, sperando si riprenda, a Tortu, Ceccarelli e gli altri. Certamente non bastano 1000 secondi per leggere un libro che va a tutto gas, tra passione, adrenalina ed emozioni, che accompagna la storia di 100 sprint immortali, ma ci immerge in una gara che spiega quanto sia più lunga. Il titolo «I cento metri», (Storie, leggende e protagonisti di 100 sprint da ricordare. Diarkos editore) induce alla tentazione di correre con loro: i protagonisti. Gli autori, Claudio Colombo e Fabio Monti, sono giornalisti di grande livello, per anni firme del «Corriere della sera», testimoni di diversi eventi narrati. Dalla loro esperienza ne sortisce il lato umano, dalla preparazione giornalistica aspetti tecnici e tattici di una corsa definita: la sintesi sublime di uno sport dal linguaggio universale.

La corsa è semplice ed universale, ma racchiude intrighi che si snodano dai muscoli alla testa e inseguono il progresso. Il libro parte dal tempo di Thomas Burke, primo re olimpico dei Giochi di Atene 1896, e ci lascia in compagnia di Marcel Jacobs, campione d'Europa 2022: 12 secondi il tempo dell'americano, 995 quello dell'azzurro. Una differenza di secondi che riassumono l'eternità nella quale si inseriscono Harold Abrahams, che ispirò il film «Momenti di gloria», Eddie Tolan «L'Espresso di Mezzanotte», primo atleta di colore a vincere l'oro olimpico dei 100, Jesse Owens, Armin Hary e Wilma Rudolph, cenerentole e gazzelle, storie di doping e dopati, Carl Lewis «figlio del vento» alle prese con Linford Christie fiammeggiante drago britannico, le sfide Mennea-Borzov, il quartetto grandi firme (Privalova, Devers, Torrence, Ottey), la lotta di Justin Gatlin, il 16 agosto giorno benedetto di Bolt: nel 2008 campione olimpico, nel 2009 campione del mondo. Si parla di records, patrimonio universale dell'atletica e gli studi di un fisiologo neozelandese, Richard Hug Morton, dicono che il muro invalicabile per l'uomo è fissato a 915. Infine ci è piaciuto leggere il racconto di un figlio.

Carlo Monti, sprinter di valore degli anni 40, poi giornalista, si presentò ad Oslo per il campionato europeo 1946. Gianni Brera raccontò l'emozione dei suoi 100. Carlo pensò all'oro, poi chiuse con un bronzo. Fabio Monti è suo figlio ed ha riacceso l'emozione.

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