Inter, con tre schiaffi è cambiata la vita

Spalletti in 10 giorni ha perso le certezze. E spera nel mercato: "Non funziona così"

Inter, con tre schiaffi è cambiata la vita

Dall’entusiasmo alla depressione. Dalle ambizioni di vetta, al guardarsi le spalle. È un mondo capovolto quello dell’Inter di Spalletti, ribaltato in dieci giorni. Sono bastate due sconfitte di fila in campionato e il ko nel derby di coppa Italia per cambiare l’esaltazione in tristezza e far perdere consapevolezza e coraggio alla squadra. Un dato su tutti: dopo la scorpacciata di gol contro il Chievo, l’Inter ne ha realizzato uno solo in cinque partite ma quel che è peggio ha mostrato una involuzione clamorosa nel gioco, nel carattere, nella condizione fisica e nella verve dei suoi uomini chiave.

Non è tutto da buttare ora, come prima non era la squadra delle meraviglie. E Spalletti non era un genio prima e tanto meno un fesso adesso. Un po’ di equilibrio, quello che sembra mancare alla proverbiale, pazza, Inter. Una squadra con delle lacune evidenti che probabilmente ha raccolto anche troppo nella prima parte della stagione grazie a giocatori che hanno reso alla grande anche per merito di un tecnico capace di dare un’impronta precisa di solidità. Ma alla lunga, i problemi emergono, è inevitabile. Il tasso tecnico dell’Inter non è di prima fascia e i ricambi non sempre si sono dimostrati all’altezza. Manca un vice Icardi, il centrocampo ha poca tecnica e giocatori come Perisic e Candreva, che a inizio stagione aravano le fasce e sfornavano assist a raffica per Icardi, sono in difficoltà. Maurito poi, si sa, se non assistito a dovere risulta quasi un corpo estraneo alla squadra. Lui segna, è un cecchino, un killer in area, ma se non riceve palloni si fa dura anche per lui.

E allora, che fare? Spalletti deve essere bravo a non far deprimere l’ambiente. Dopo il derby è stato chiaro: «Sembra quasi che vogliano convincerti che qui funziona così, che a un certo punto si vada per forza sotto le proprie possibilità». Come a dire che è quasi la normalità buttarsi giù dopo un periodo di esaltazione in casa nerazzurra. Spalletti è bravo ma molto dipenderà anche dalla società. Se l’Inter vuole puntare davvero a un posto in Champions dovrà inventarsi qualcosa sul mercato, al di là di un fair play finanziario che impone austerità. Non è un caso se ieri ad Appiano c’è stato un vertice tra la dirigenza con Sabatini, Ausilio e Gardini che quasi certamente avranno pianificato con Spalletti le strategie per gennaio. In partenza Joao Mario, pessimo nel derby, e magari anche Brozovic. In entrata serve fantasia. Molto improbabile la pista dell’ex milanista Deulofeu, resta aperta quella, comunque complessa, che porta a Pastore. Ma anche in questo caso serve che il Psg sia collaborativo. Qualcosa va fatto e anche in fretta.

Sarebbe un peccato per l’Inter buttare via i sogni e le speranze dopo un avvio di stagione straordinario. Suning permettendo, punzecchiato anche dal sindaco di Milano, e tifoso nerazzurro, Giuseppe Sala: «La squadra va rafforzata: la rosa non è ampia, se si vorrà arrivare tra le prime quattro, e mi sembra obbligatorio».

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