Basta un tempo per finire di soffrire e portare a casa una vittoria risicata come poche. Contro la Georgia il naso avanti resta quello azzurro.
Gli azzurri la spuntano per un'incollatura, 20 a 17, due mete per parte con la squadra di Quesada costretta a rincorrere dopo il bel primo tempo di marca georgiana. Due mete di pregevole fattura quelle di Tabutsadze e Lobzhanidze che hanno scappare i nostri avversari. La Georgia ha il merito di difendere bene contro un'Italia che cade nella trappola. A pesare nei primi 40 minuti è l'inconsistenza del possesso azzurro. È una tegola l'infortunio di Lamaro ad inizio match ma si fanno sentire sul tabellone i pochi punti azzurri a dispetto del volume di gioco espresso da Brex e soci, quanto basta per far scappare gli avversari. In difesa non siamo impeccabili e i due sigilli della squadra allenata da Richard Cockerill lo dimostrano. Al riposo si fa sul 6 a 17 con tanti interrogativi sul groppone.
Nella ripresa la svolta arriva. L'Italia mette le mani sul match: piazza le tende nella metà campo avversaria e domina il possesso. Al 12' ci si rimette in scia con la meta di punizione concessa per un avanti volontario in una chiara azione da meta. Ci scappa anche il giallo ma con un uomo si continua nel digiuno. E allora ci pensa Fusco in campo al posto di Ale Garbisi. Lui la mette sul fisico: parte da touche e si porta dietro tre avversari fino alla linea di meta. Cose semplici per mettere alle corde una Georgia ormai alla canna del gas. Ad allungare sul tabellone ci pensa Paolo Garbisi che riscatta i due errori dalla piazzola di Gallagher.
Alla fine Quesada tira un sospiro di sollievo: «È stata una prova di carattere - dice il cittì azzurro - Una battaglia che siamo riusciti a portare a casa prima che il match si sporcasse ancora di più. Loro hanno segnato nelle uniche due occasioni che hanno avuto. Nel secondo tempo siamo stati bravi a prendere in mano il gioco e non abbiamo concesso più nulla.
Non abbiamo avuto paura e questo è qualcosa che si è sentito nell'economia del match. Soprattutto sul piano della leadership dopo l'uscita del capitano».Ora testa agli All Blacks con una settimana corta per preparare la sfida impossibile di Torino.
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