L’Inter del Mancio ora rischia di spaventare l’Inter di Spalletti

Due anni fa era in vetta, ma il ko casalingo col Sassuolo diede il titolo d’inverno al Napoli e...

L’Inter del Mancio ora rischia di spaventare l’Inter di Spalletti

Prima o poi era ovvio che una sconfitta sarebbe arrivata: pochi però immaginavano che l’Inter potesse cadere in casa – dove non perdeva dal 14 maggio scorso - contro l’Udinese. La settimana friulana dei nerazzurri si è insomma rivelata un mezzo incubo: prima il faticosissimo passaggio del turno in Coppa Italia contro il Pordenone, poi il ko contro la squadra di Oddo. Con la classifica del campionato che è ancora più che positiva e ci mancherebbe altro, ma con qualche campanello d’allarme che intanto è suonato, il primo posto che se n’è andato e i pessimisti cosmici che hanno già prospettato scenari apocalittici. O quasi. Pure perché, visti certi precedenti, viene facile immaginare un’Inter ballerina dal punto di vista nervoso: dovrà quindi essere bravo Spalletti d’ora in poi a mantenere la calma e, soprattutto, a trasmetterla ai propri giocatori e all’intero ambiente. Il quale peraltro non può non ricordare quanto accaduto nella stagione 2015/16, con Mancini in panchina e una stagione che pareva poter essere quella buona: i nerazzurri conclusero infatti l’anno solare in testa, ma poi persero contro il Sassuolo nell’ultima giornata del girone d’andata (10 gennaio 2016: 0-1, rigore di Berardi) cedendo lo scettro di campione d’inverno proprio al Napoli di Sarri. Da lì in avanti, la squadra si inabissò, lo scudetto lo vinse la (solita) Juventus e i nerazzurri finirono quarti a meno 24 dai bianconeri con i quali erano appaiati al termine del girone di andata, mancando la zona Champions addirittura per 13 punti. Non un semplice calo di rendimento, insomma. Ma un vero e proprio crollo. Per certi versi inspiegabile e per evitare il quale nulla servì. Adesso, appunto, si tratterà di vedere se Spalletti sarà più bravo di Mancini nel prendere le contromisure, se il mercato magari gli verrà in supporto e se l’intero mondo nerazzurro avrà imparato la lezione. Perché poi il tema è più o meno sempre lo stesso: bisogna essere bravi a gestire i momenti negativi che capitano in ogni stagione e a tutte le squadre. Peraltro, la sensazione diffusa è che questa Inter sia meglio di quella: alla teoria però va fatta seguire la pratica, senza nemmeno dimenticare che a settembre immaginare Icardi e compagni in lotta per il tricolore era esercizio praticato solo dai più ottimisti. Dopo di che, Spalletti ha fatto il (mezzo) miracolo, i giocatori gli sono andati dietro e la Beneamata è parsa cosa vera. Per approcciare il prossimo futuro con ottimismo e qualche arma in più, il tecnico toscano ha anche buttato lì l’idea di intervenire sul mercato senza però avere trovato grandi sponde.

Perché c’è sempre il fairplay finanziario da rispettare, con paletti mica da ridere: entro il 30 giugno l’Inter dovrebbe infatti incassare circa 60 milioni in plusvalenze evitando così multe o sanzioni. Di qui la decisione di Zhang Jindong di non concedere deroghe agli uomini mercato nerazzurri, continuando con la politica di autofinanziamento e cercando di portare nelle casse societarie nuovi ricavi.

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