In campo la sfida con Israele che per l'Italia di Spalletti può essere quasi decisiva per proseguire il cammino in Nations League. Fuori la manifestazione contro quella guerra con la Palestina che ha radici storiche profonde e molte sfaccettature culturali, politiche e sociali che offuscano le vicende calcistiche di una Nazionale a rischio squalifica da parte della Fifa.
Udine vivrà un giorno da città blindata e nell'area dello stadio l'accesso sarà consentito a un ristrettissimo numero di addetti ai lavori oltre alla squadra dell'Udinese, che oggi riprenderà la preparazione nel vicino centro sportivo Bruseschi, utilizzando però alcuni spogliatoi dell'impianto. Per questioni di sicurezza, le prevendite dei biglietti si sono chiuse ieri a mezzogiorno: 11.700 i tagliandi staccati su una capienza di 25.000 del Bluenergy Stadium che sarà mezzo vuoto.
Attenzione alta, dunque, in una giornata che andrà al di là di una semplice partita di calcio. Intanto Spalletti, che a Udine ha visto decollare la sua carriera di allenatore, è tornato in un'intervista al TG1 anche sul caso delle sue dichiarazioni sulle telefonate ultrà-Inzaghi e sulla ricostruzione di un suo colloquio con l'allenatore dell'Inter. «Io non devo chiarire niente a nessuno, ho solo risposto a una domanda su come mi comporto io in certe situazioni», la frase secca del Ct sulla vicenda.
Meglio dunque pensare alla sfida di stasera (Italia imbattuta su nove precedenti a Udine con sette vittorie due soli gol subiti): un successo ci manterrebbe in testa al girone di Nations League e se arrivasse un punto nel confronto tra Belgio e Francia, ne basterebbe poi uno agli azzurri nelle gare di novembre con i Diavoli Rossi a Bruxelles e i Bleus a Milano per chiudere le pratiche dei quarti di Nations League e dell'inserimento tra le teste di serie per i sorteggi dei gironi di qualificazione mondiale.
L'Italia riparte dai bellissimi 40 minuti contro il Belgio a Roma e come avvenuto nelle prime due gare con i Galletti e la stessa Israele, il Ct opererà un discreto turnover: almeno un cambio per reparto, forse cinque totali come nella gara di andata giocata sul neutro di Budapest. Spalletti nell'ultimo allenamento di rifinitura non ha provato l'undici titolare. «Voglio prendermi tutto il tempo a mia disposizione per le scelte di questa seconda gara ravvicinata», avrebbe confidato al suo staff dopo aver studiato a lungo la gara del 9 settembre scorso nella quale soffrirono un po' nel finale (subendo anche gol). L'unico annuncio del Ct è l'avvicendamento in porta con Vicario al posto di Donnarumma. «Udine è lo stadio dove da bambino-tifoso andavo tutte le domeniche - così il portiere del Tottenham -. In tribuna ci saranno la mia famiglia e tanti amici a sostenere la Nazionale. A livello emotivo sarà qualcosa di forte che mi rende orgoglioso del percorso fatto».
Buongiorno in difesa e Raspadori davanti i sicuri ricambi come già accaduto a Budapest, Fagioli («merita spazio perché si sta impegnando», così il Ct) e gli esterni Bellanova e Udogie sperano in una maglia a centrocampo. «Israele è una buona squadra, sarà una gara carica di difficoltà, all'andata ci hanno fatto vedere che sanno giocare a calcio - le parole di Spalletti -.
Ci sono 2-3 elementi molto forti, abbiamo dedicato loro anche un'attenzione video. Ci sarà da stare in equilibrio, spero che la squadra riesca a prendere in mano la partita. Bello giocare a Udine ma avrei preferito un altro clima».
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