Il triste giorno è purtroppo arrivato con l'ultimo saluto a Paolo Rossi, artefice della vittoria dell'Italia di Enzo Bearzot al Mondiale del 1982 in Spagna. Dopo la camera ardente allestista allo stadio "Menti" il funerale si è svolto presso il Duomo di Vicenza, sua città d'adozione dove è di fatto iniziata la carriera da calciatore. A questa triste funzione hanno potuto partecipare solo 250 persone e a causa delle restrizioni dovute all'emergenza sanitaria da coronavirus. Prima della cerimonia il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha deposto una maglia azzurra della nazionale italiana con il suo numero 20 sul feretro.
Il feretro è stato trasportato presso il Duomo di Vicenza da parte di alcuni suoi ex compagni del mondiale del 1982. In testa al gruppo Antonio Cabrini e MarcoTardelli, in chiesa presente il Divin Codino Roberto Baggio e all'esterno della chiesa i cori delle persone comuni per ricordare la figura di Pablito.
Lo strazio dei compagni
Fulvio Collovati ha ricordato con la voce rottta dall'emozione il suo grande amico di mille battaglie: "Io penso di essere stato il primo quando alle 3 Federica ci ha mandato il messaggio, ufficializzando la notizia. Ci ha scritto “Mi raccomando non dimenticalo”. Ma come facciamo a dimenticarlo? Io gli devo molto perché sono Campione del Mondo grazie a lui".
Anche Antonio Cabrini che ha portato il feretro del suo amico ha ricordato commosso Paolo:"Non ho perso solo un compagno di squadra, ma un amico e un fratello. Insieme abbiamo combattuto, vinto e a volte perso, sempre rialzandoci anche davanti alle delusioni. Siamo stati parte di un gruppo, quel gruppo, il nostro gruppo. Non pensavo ti saresti allontanato così presto, ma che avremmo camminato ancora tanto insieme. Non ti lascerò mai, ma tu stai vicino a tutti noi, come io starò vicino a Federica e ai tuoi figli".
La moglie commossa
Federica Cappelletti, moglie di Rossi, ha commentato l'affetto ricevuto in questi giorni: "Questo grande affetto per Paolo che ho percepito e' la dimostrazione di quanto fosse amato da tutte il mondo. Era la persona di tutti, ben disposto a darsi, era un generoso. Mi ha fatto piacere che ci sia stato questo grande ritorno. Paolo era grande nella quotidianità fatto anche di cose semplici, di grandi valori e insegnamenti. Una persona che amava la famiglia, la casa".
Federica ha poi continuato motivando la sua scelta di comunicare lei in prima persone della morte di Pablito ai suoi ex compagni del mondiale del 1982: "Ho scelto di mandare il primo messaggio nella
chat dei campioni di Spagna '82 perché so quanto ci tenesse. Ho pensato che non potevo non scrivere a loro, volevo che loro lo sapessero prima degli altri per il senso di squadra e di questa amicizia forte".
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