L'uomo da 6 milioni di dollari. Sinner fa sua la sfida d'oro

Nel giorno dell'ultimo "ballo" tra Djokovic e Nadal (6-2, 7-6 per il serbo), Jannik batte Alcaraz e si prende il premio record

L'uomo da 6 milioni di dollari. Sinner fa sua la sfida d'oro
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di Marco Lombardo

L'uomo da 6 milioni di dollari è Jannik Sinner, quello con una racchetta d'oro massiccio è Rafa Nadal. Finisce così il Six King Slam, esibizione dei Paperoni del tennis dalla grafica un po' kitsch ma davvero preso sul serio dai due finalisti. Vuoi per il montepremi da pazzi, soprattutto per un rapporto da amici-rivali con Carlos Alcaraz che non ammette debolezze. E allora è stata battaglia fino all'ultimo punto, in una partita conclusa al terzo set (6-7, 6-3, 6-3) in cui alla fine i dettagli hanno fatto la differenza. E grazie alla quale Sinner, dopo tre sconfitte consecutive con lo spagnolo, ha disattivato la sua personale kriptonite da supereroe, approfittando di un passaggio a vuoto al servizio di Carlos nel momento decisivo. Un grande match, insomma, che aveva avuto come prologo il clou della giornata, ovvero l'ultima sfida di sempre tra Djokovic e Nadal. Finita con un diritto in rete, un abbraccio, un'ovazione e un «cinque» con Rafa junior, tanti sorrisi e una racchetta tutta d'oro massiccio - appunto - regalata a Rafa dal ministro dello sport dell'Arabia Saudita.

È stato dunque il giorno della memoria. La prima volta fu in uno Slam, 7 giugno 2006, quarti di finale del Roland Garros: Novak Djokovic si ritirò per un malanno alla schiena, mentre Rafa Nadal ha cominciato a costruire il suo mito. L'ultima, invece è stata una finalina insipida, eppure anche la fine di una storia. Anzi, di una Storia. Questa volta il malandato era Rafa, e ovviamente ha vinto Djokovic 6-2, 7-6. Con il serbo ad applaudire l'avversario sconfitto e lo spagnolo che esce da vincitore. «Caro Rafa, non ci lasciare. Torno indietro al primo match: chi l'avrebbe detto che ci saremmo incontrati qui dopo quasi 20 anni. Spero che tu ora vada in spiaggia con un drink in mano per pensare al senso della vita. È stato un onore e un piacere dividere questa strada con te». «Caro Novak, grazie per i momenti che abbiamo condiviso in campo, mi hai aiutato ad andare oltre i miei limiti». Però: che nostalgia.

Nadal-Djokovic è stato un imprevisto nel racconto del tennis, perché mentre tutti si pregustavano la sfida infinita tra Rafa e Federer, è arrivato dalla Serbia un intruso che diventerà il dominatore. Djokovic contro tutti è così diventato il tema di ogni stagione, ma Djokovic contro lo spagnolo è sicuramente una rivalità unica, la più dura visti certi i numeri: Novak chiude il tabellino ufficiale dei match 32-29, con la semifinale di Madrid 2009 che è stata la partita più lunga di un Masters 1000 (vinta da Rafa in 4 ore e 2 minuti) e la finale degli Australian Open 2012 la più incredibile degli Slam (vinta da Nole in 5 set durati 5 ore e 53 minuti). Quello di ieri non contava, si diceva, ma è stato il match che ha riassunto una vita, anche se in realtà c'era in palio solo il gran finale e un inutile terzo posto, oltre che un sacco di soldi. «Mi mancherà tutto del tennis, ho dato tanto ma ho avuto moltissimo.

Sono un ragazzo fortunato», ha chiuso Nadal che finirà la passerella in Davis. E forse non è stato un caso che questa storia sia finita nel momento in cui poi sono entrati in campo per la finale Sinner ed Alcaraz. La loro eredità, la rivalità del futuro. Almeno che non arrivi un altro imprevisto.

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