La scelta è fatta, anche se manca l'ufficialità pur con un contratto in essere fino al 2026 e mai messo in discussione dalla Figc. Roberto Mancini resterà ct della Nazionale nonostante la mancata qualificazione alla rassegna in Qatar: «Sono ancora giovane e con questi ragazzi penso di potermi divertire ancora. Il mio obiettivo era di vincere un Europeo e un Mondiale e per il Mondiale bisogna rinviare un po'».
Messaggio deciso e chiaro. Le ore di riflessione successive alla depressione per il traguardo fallito, fatte di confronti nel gruppo, di parole ai calciatori e di colloqui con il presidente Gravina («siamo allineati su tutto», ha detto il ct) non hanno fatto che aumentare la sua voglia di proseguire quest'avventura in azzurro. Come se non fosse accaduto niente e che l'incidente di percorso, pure grave a livello di immagine, andasse derubricato per riportare subito a una «normalizzazione» dell'ambiente. Mancini si è perfino sciolto in un sorriso quando ha aperto i cancelli di Coverciano per ricevere il «Tapiro» gigante di Striscia. «Meritato, ma ci riprovo per il prossimo Mondiale», il suo commento.
E al di là degli attestati di stima dei calciatori, in primis dalle anime del gruppo Chiellini e Bonucci («con lui si è creata un'empatia che raramente si è vista dentro Coverciano, continuare con il mister è solo la logica conseguenza», così Leo), per Mancini è contato il fatto di non poter rinunciare a quel ruolo di ct che ha fornito alla gente un'immagine diversa di lui. Ecco che la truppa azzurra sbarcata ieri a Konya (e ridotta a 24 elementi dopo che pure Florenzi e Politano hanno lasciato il ritiro) riavvia un nuovo ciclo con la certezza dello stesso condottiero. Mancini ha «giustificato» chi è andato via prima della gara con la Turchia - che vale 3 milioni di euro per i diritti tv - non per motivi fisici, da Jorginho passando per Immobile e Insigne. «Li ho obbligati io visto che non avrebbero giocato, se posso fare qualcosa per loro e per i club io lo faccio...», così il ct. Che darà il via al processo di ulteriore ringiovanimento della rosa della Nazionale, ammesso che abbia il materiale umano su cui lavorare. Secondo i dati pubblicati dall'osservatorio Cies sul minutaggio degli Under 21, le nostre due leghe maggiori sono infatti in fondo alla classifica dei campionati top: la serie A ha il 3,9%, peggio di noi solo Grecia e Turchia; la B si ferma al 4,9%, davanti alla sola 2.Bundesliga. E se stasera a Konya vedremo un attacco di giovani con Zaniolo e i due del Sassuolo Scamacca e Raspadori, oggi si scruteranno le intenzioni future del ct dall'impiego di facce relativamente nuove come quelle di De Sciglio e Biraghi in difesa, Pessina, Cristante e Tonali in mezzo.
Giocherà Chiellini, alle ultime polveri da sparare in azzurro (possibile un addio ufficiale con tanto di celebrazioni il 1° giugno a Wembley contro l'Argentina) e probabilmente Donnarumma. L'importante è evitare una figuraccia che aggiungerebbe nuove spine al progetto. Più avanti andrà verificata la portata della nuova «rivoluzione» manciniana alla luce delle scelte fatte, in tempi di bonaccia...
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