Novantadue giorni dopo la bandiera italiana ha completato il suo viaggio. Dalle mani degli atleti, rappresentati da Filippo Tortu, a quelle del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che il 23 giugno scorso l'aveva consegnata tra mille sogni e speranze. È un cerchio che si chiude, ai posteri vengono recapitati 109 medaglie, frutto delle scintillanti imprese di Tokyo in occasioni di Olimpiadi e Paralimpiadi.
Nella cerimonia al Quirinale un brivido ha trascinato l'altro, a partire dal momento in cui Tortu ha donato a Mattarella il testimone della staffetta 4x100, l'oggetto simbolo anche grazie al contributo di Patta, Desalu e Jacobs. Il libro delle immagini più belle scattate a Tokyo invece è stato donato da Sabatini, Caironi e Contrafatto, oro, argento e bronzo dei 100 paralimpici. «Mai così tante medaglie, avete emozionato gli italiani - ha esordito Mattarella -. Ci sono momenti in cui lo sport assume un significato più ampio: questo è uno di quelli. I successi delle Paralimpiadi hanno spinto tanti giovani con disabilità a dedicarsi allo sport, confermando che le discipline paralimpiche sono un'avanguardia preziosa». Commovente il siparietto con Tamberi, destinatario dei complimenti per aver scelto di condividere l'oro nel salto in alto con Barshim. Il presidente l'ha definita «una scelta splendida, di grande valore sportivo, anziché proseguire in un accanimento agonistico» e il saltatore ha replicato entusiasta: «Fa emozionare sapere che il mio gesto è stato apprezzato dalla più alta carica dello Stato».
Poi tutti gli azzurri si sono spostati a Palazzo Chigi per l'incontro con il premier Mario Draghi, prodigo di parole ricche di significato dopo aver raccontato che la telefonata a Jacobs, per l'oro nei 100, è arrivata su iniziativa di Malagò: «Siete la generazione che vuole cambiare l'Italia e sono certo che ci riuscirete. Siete simbolo di integrazione e superamento delle barriere, le vostre storie sono un modello per gli italiani, ma tocca a noi mettervi nelle condizioni di sprigionare tutta l'energia». Poi un messaggio d'orgoglio: «Il mondo ci guarda con ammirazione e invidia. Auguro a voi tutti di continuare così». Al premier è stata regalata una bici da corsa direttamente dalle mani del quartetto Ganna, Consonni, Lamon e Milan, oro nell'inseguimento a squadre su pista.
Da un simbolo all'altro, inevitabilmente gli occhi erano puntati anche su Marcell Jacobs, l'uomo più veloce del mondo, affamato di nuovi successi: «Questo 2021 è stato perfetto, ma cercheremo di replicarlo già l'anno prossimo».
Dopo l'incontro con Mattarella, il presidente del Coni Giovanni Malagò ha ricordato che «la spedizione record è figlia di un Paese multietnico e integrato» mentre Luca Pancalli, numero uno del Comitato Italiano Paralimpico, ha ammesso che «mai avrei immaginato di vedere le foto dei nostri atleti sulle prime pagine o in risalto in tv. Stiamo contagiando il Paese, questo processo è ormai inarrestabile». Ad maiora, Italia.
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