Berlino, 9 luglio 2006: ormai sono quasi tredici anni, e da quel momento zeru tituli per l'Italia a tutti i livelli, con il parziale successo della finale guadagnata bene, e persa male, negli Europei del 2012 in Polonia. Con la Under 21 le semifinali europee del 2009 e del 2017, con la Under 20 il terzo posto sempre nel 2017 ai Mondiali di Corea e, a scendere, tre secondi posti con la Under 19. Mescolando questa siccità produttiva con l'organizzazione degli Europei 2019 in casa, tra Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, un po' di pressione per fare risultato c'è, per il Ct Gigi Di Biagio: e la prima partita è già tremenda e bellissima, stasera contro la Spagna in un Renato Dall'Ara di Bologna tutto esaurito e desideroso di bel calcio dopo i patemi della stagione dei padroni di casa.
Di Biagio ieri ha affrontato la tensione senza paura e senza sminuire l'importanza della gara inaugurale, che ha paragonato a un sedicesimo di finale, quasi un dentro-fuori perché comunque alle semifinali passeranno solo le prime dei tre gironi più la migliore seconda e non è il caso di fidarsi troppo, eventualmente, delle gare di mercoledì contro la Polonia e sabato contro il Belgio. Nelle parole del Ct l'incertezza sul portiere, nonostante la nomina di Alex Meret («non è un ruolo come gli altri ma non mi sento di dire che non verrà mai cambiato»), l'elogio a Gianluca Mancini per la sua capacità di giocare ovunque e al talento senza limiti di Moise Kean: e la voglia di giocare in modo propositivo, di attaccare sfruttando la voglia di Zaniolo e Chiesa, di concretizzare alla prima occasione il lavoro di due anni di sole amichevoli e buttare nel cestino il ricordo dell'ultima sfida ufficiale contro la Spagna, proprio la semifinale persa 3-1 con le ultime due reti subite in 10 contro 11.
Come gli azzurrini, anche gli spagnoli, che non hanno giocatori del Barcellona, devono dividersi tra preparazione e voci di mercato: è di ieri la firma del centrocampista offensivo Pablo Fornals con il West Ham, 27 milioni di euro, voluto dal direttore sportivo Mario Husillos che lo aveva visto crescere al Villarreal, e altri potrebbero muoversi, di sicuro non Brahim Diaz, tornato in patria (Real Madrid) a gennaio dopo essersi stufato di aspettare al Manchester City e il napoletano Fabian Ruiz.
Anche perché è in generale un'edizione molto ricca di talento, con giocatori già notissimi per via dei successi in campo nazionale ed internazionale con i propri club: basti pensare al neoacquisto del Real Madrid Luka Jovic, a Phil Foden che nel Manchester City
è il prossimo grande genio del centrocampo, a Matteo Guendouzi dell'Arsenal, all'ala belga del Watford Dodi Lukebakio alla ricchezza dei tedeschi campioni in carica, la cui rosa ha accumulato 1310 presenze in Bundesliga.
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