dal nostro inviato a Monte Carlo
C'è confusione nel Principato. L'unico con le idee chiare, forse perché guarda sempre alla vita con un sorriso, è Daniel Ricciardo. Pole monstre, muro dell'uno e undici infranto, e record precedente abbassato di un secondo e mezzo. Merito suo, certo. Merito della Red Bull disegnata dal sempre più vecchio e però sempre più bravo Adrian Newey, certo. E però merito anche della gomme hypersoft al debutto nel mondiale. Le ultime Pirelli incollano le monoposto all'asfalto che quasi quasi, quando si fermano, serve il solvente per staccarle. Regalano un secondo al giro e la sensazione unica di correre sui binari. Solo che al Monte i binari cambiano posizione quando vogliono, sfiorano i guard rail e quest'ultimi hanno memoria. Come quello che ha atteso Max Verstappen al termine delle libere del mattino all'uscita dalla chicane delle piscine. Ti ricordi di me? Due anni fa? Proprio qui? E Max ci è andato dritto contro per abbracciarlo. Incidente fotocopia del 2016. Partirà ultimo. Cambio rotto. È mancato il tempo per riparare la RB14 per il Q1. Con grande rabbia sua e grande gioia di tutti gli altri.
A cominciare da Seb Vettel, imperfetto per tutta la sessione di qualifica e però in prima fila mentre dice «quella prima curva proprio non mi riusciva di farla bene». Lascia intendere che avrebbe potuto limare ancora un decimo, «ma non battere Daniel... Anche se la gara sarà altra cosa». Gli uomini del Cavallino la sperano confusa e popolata di safety car che zigzagando fra Rascasse e Casino e Tunnel e Piscine e quel che volete, complichino la vita a Ricciardo. La safety. Errori a parte, è l'unica variabile che potrà aprire a scenari diversi. Anche perché Kimi pare un po' confuso e se la prende con le gomme «che non riuscivo a mandare in temperatura» e con se stesso «per l'errore alla prima curva». Pure lui. Scatterà alle spalle di Hamilton terzo. Nel giorno in cui sarebbe stato invece fondamentale tenere il leader del mondiale dietro. Vettel dista 17 punti dall'inglese ed è l'unico motorizzato Ferrari con il motore vecchio. Raikkonen l'aveva sostituito in Spagna quando aveva ceduto l'unità termica, qui l'hanno cambiato tutti i team motorizzati dal Cavallino: Sauber-Alfa e Haas. Non proprio una bella sensazione. Ma in Ferrari dicono che non c'è motivo di preoccuparsi.
Se non altro, le due Mercedes qui stanno patendo. In qualifica entrambi i piloti hanno provato a superare il Q2 (la sessione che decide le gomme con cui si partirà) con le ultrasoft. Rischiando di non passare il turno. Per cui sono corsi a montare come gli altri le gomme di colla et voilà. Passati. Ma in gara temono di pagare subito scotto proprio su queste mescole. Diciamo che non se la passano bene come a Barcellona due settimane fa. Ma qui tutto può accadere. Sul tema chiedere a Verstappen con l'incidente fotocopia del 2016, e soprattutto a Ricciardo. Per lui seconda pole in carriera e seconda pole a Monte Carlo. E' detto tutto. La prima, due anni fa, si trasformò in un secondo posto per un pasticcio del box al cambio gomme (non erano pronte). Stavolta hai chiesto garanzie, Daniel? gli hanno domandato scherzosamente. E lui: «Come on, un'altra domanda...». Vuol dire che le ha già.
Deve avergliele date patron Red Bull Dietrich Mateschitz in persona, quando l'ha chiamato al telefono pochi istanti dopo la pole. Ma non si illuda, Ricciardo. Qui non possono bastare. Negli ultimi tre anni, chi è partito davanti al Monte non ha mai vinto. Per questo c'è confusione. E Vettel spera.
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