Multiproprietà sempre più nel mirino. Uefa: un club su 10 ha un patron in condivisione

Sono 66 le società di 1ª divisione che intrecciano soci di maggioranza o minoranza: sette in serie A, in Bundesliga è una pratica poco diffusa

Multiproprietà sempre più nel mirino. Uefa: un club su 10 ha un patron in condivisione

I multiproprietari nel calcio sono un argomento a cui viene dedicata ogni giorno sempre più attenzione. Anche nell'annuale report della Uefa sulla situazione generale del pallone un capitolo corposo è dedicato a questo argomento, in cui l'Italia occupa una parte non marginale.

Secondo l'approfondito studio della massima autorità del calcio europeo sono 66 (il 9% del totale di tutti i campionati) i club di prima divisione con un proprietario che possiede un'altra squadra, mentre un anno fa erano 59. Una crescita non dovuta all'aumento in sé delle operazioni di passaggio di proprietà, quanto semplicemente al fatto che sono arrivate nelle varie massime categorie più squadre con questa struttura societaria.

Nello specifico di questi 66 club, 53 hanno due pacchetti azionari di maggioranza e 13 uno di minoranza. In Serie A sono sette le società che hanno intrecci con altri club: Genoa, Spezia, Fiorentina, Bologna, Verona, Udinese e Napoli. Tutte queste, appunto, hanno un presidente o una proprietà che ha la quota di maggioranza anche di un altro club: dal Genoa del network 777 Partners, che è dentro lo Standard Liegi, fino al Napoli di Aurelio De Laurentiis, patron pure del Bari.

Peraltro il report della Uefa non è aggiornato, perché andrebbe ormai inserito anche il Milan, appena acquisito da RedBird, che possiede l'85% del Toulouse, recentemente promosso in Ligue 1 in Francia, oltre a parte del Liverpool. E meno male che Claudio Lotito ha venduto la Salernitana a Danilo Iervolino, rimanendo solo con la Lazio. C'è, invece, in questo elenco di società dove i pacchetti azionari fanno riferimento a entità presenti in altri club, la Juventus: l'11,3% dei bianconeri, infatti, appartiene al fondo Lindsell Train (secondo maggior azionista dietro la holding della famiglia Agnelli-Elkann, Exor) che ha a sua volta una quota anche nel Manchester United del 20,55%.

La mappa del report Uefa mostra dei grumi dove si accumulano queste situazioni. In quattro campionati più di un terzo delle squadre ha un presidente multiproprietario, e uno è proprio la Serie A: poi ci sono la Premier League inglese, la Ligue 1 e un po' a sorpresa la Pro League belga, che viene considerata sempre almeno un gradino sotto rispetto alle grosse leghe continentali. In 16 casi su 66, curiosamente, la multiproprietà è «Made in Usa».

Molto meno diffusa questa pratica nell'est Europa, senza dubbio, ma anche nella ricca e moderna Bundesliga sono solo quattro i casi. Un trend in crescita, comunque, su cui la Uefa ha puntato gli occhi, nella speranza che non diventi un problema.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica