"La nuova Champions un campionato europeo. Peserà sullo scudetto e l'Inter è la più rodata Nazionale? C'è futuro"

L'ex azzurro: "Spalletti ha capito i suoi errori. Se il 90% dei calciatori è abituato al 3-5-2, il ct non deve inseguire altre formule, ma solo adeguarsi. Under piene di talenti"

"La nuova Champions un campionato europeo. Peserà sullo scudetto e l'Inter è la più rodata Nazionale? C'è futuro"

Caro Fabio Cannavaro, proviamo a chiudere come merita la parentesi felice della Nazionale italiana: se l'aspettava una risposta così autorevole dopo l'europeo disastroso?

«Non mi ha stupito e la spiegazione è molto semplice. Luciano Spalletti è una persona intelligente: ha compreso gli errori commessi ed è stato lui l'artefice della ripresa attraverso una serie di mosse giuste. La prima: ha ricompattato l'ambiente con quella confessione pubblica. La seconda: ha chiarito che punterà su un sistema di gioco. Il ragionamento è stato il seguente: se hai l'80 o 90% dei calciatori che sono abituati al 3-5-2, tu allenatore hai il dovere di adeguarti invece di inseguire altre formule. Ultima riflessione: molti azzurri avevano un conto in sospeso da saldare e hanno scelto la Francia di Mbappè quale occasione giusta».

A centrocampo non mancano né il talento e nemmeno le alternative: in difesa invece siamo sempre alla ricerca degli eredi di Maldini, Nesta e Fabio Cannavaro...

«A dire il vero siamo rimasti tutti sorpresi dal fiorire di Riccardo Calafiori, 22 anni, il quale ha approfittato dell'assenza di difensori centrali di un certo spessore per imporsi in questo ruolo grazie anche all'apprendistato fatto nel Bologna con Thiago Motta. Con lui c'è Buongiorno, appena passato al Napoli di Conte dove di sicuro affinerà le sue qualità, è più difensore di Calafiori. Ma la notizia più interessante è un'altra: io che seguo tutte le nazionali giovanili posso dire con sufficiente sicurezza che sta spuntando qualcosa di molto interessante in quelle rappresentative. Non voglio fare nomi perché significherebbe moltiplicare le aspettative e le pressioni ma preparatevi».

Questo vuol dire che c'è ancora futuro per il calcio italiano?

«Sicuramente. Lo documenta la nostra storia. Siamo stati per 100 anni protagonisti e continueremo ad esserlo ricordando che non saremo mai come gli spagnoli, i tedeschi o gli inglesi. La priorità dev'essere la prossima partecipazione al mondiale, nel frattempo dobbiamo capire come è cambiata la nuova generazione».

Fabio, ci dia una mano...

«Io sono nato calciatore per strada, giocavo tutto il giorno dalla mattina a sera, toccavo il pallone mille volte al giorno. Oggi i ragazzi giocano solo nelle scuole calcio, poche ore a settimana. E sapete cosa succede? Succede che crescono senza saper saltare, non sanno correre e bisogna istruirli per bene all'attività agonistica».

C'è un altro tema di grande attualità lanciato da Francesco Totti: è vero che gente come lui, Maldini, Del Piero e aggiungeremmo Fabio Cannavaro restano fuori perché considerati ingombranti?

«La mia chiave di lettura è diversa. Io sostengo che da gente come noi si può ricavare un valore aggiunto utilizzando carisma ed esperienza. Un bravo dirigente non può e non deve avere paura di misurarsi con chi ha fatto la nostra carriera. E se guardo al mio status di allenatore, non voglio proprio pensare che ci sia questa sorta di preoccupazione. E sa perché? Perché il calcio europeo è pieno di bravissimi allenatori e dirigenti che sono stati calciatori di fama: mi vengono in mente alla rinfusa un po' di nomi, Guardiola, Ancelotti, Luis Enrique, Butragueno».

Altra novità: sono rimasti a spasso calciatori collaudati come Rabiot, Osimhen è dovuto andare in prestito in Turchia per mancanza di cessione in campionati più blasonati. Che succede?

«Succede che sta cambiando la geografia delle proprietà dei club e soprattutto che, dopo la stagione dei grandi e generosi investimenti, sta intervenendo quella dell'attenzione ai conti e ai costi. Oggi, specie in Italia, sono arrivati i fondi i quali hanno criteri amministrativi molto rigorosi e stanno uscendo di scena le figure di presidenti che da tifosi spesso si comportavano in modo opposto. Da quel che noto il fenomeno riguarda anche gli allenatori. Un esempio su tutti: Mourinho ha lasciato Roma e si è dovuto trasferire in Turchia».

Ultimo argomento caro Fabio, la nuova Champions league. Che gliene pare?

«La nuova formula confonde un po' sulle prime perché si tratta di un inedito ma offre la possibilità di proporre più sfide tra squadre di grande appeal e livello tecnico. Quella precedente era forse troppo rigida e magari scontata nelle ultime fasi dei gironi».

Ci sono due critiche pungenti: si gioca troppo con problemi per la salute dei calciatori e di fatto l'Uefa ha varato una superlega mascherata...

«È vero: le partite sono aumentate in modo esponenziale. Ma nel frattempo si sono moltiplicate le rose dei club. Ai miei tempi si giocava in 13-14, oggi non sono meno di 24-25 per squadra. Di sicuro l'interesse è aumentato come dimostrano i diritti televisivi e non credo nemmeno che il tutto possa togliere interesse ai campionati nazionali. Juve, Inter e Milan dovranno comunque andare a Lecce o a Cagliari. Che sia diventato un mini campionato europeo è fuor di dubbio».

Che destino avranno le nostre 5 sorelle di Champions?

«Bologna e Milan mi sembrano

in difficoltà in campionato e credo che pagheranno anche in Champions. Le altre 3 sono più collaudate e pronte. L'Inter è quella più rodata e strutturata. E non a caso viene considerata la super favorita del campionato».

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