Prima pausa per un Tour 2014 dominato da Nibali, Kittel e.. dalle cadute

Prima giornata di pausa ed è tempo di bilanci al Tour

Nibali ad oggi (scongiuri a parte) padrone del Tour
Nibali ad oggi (scongiuri a parte) padrone del Tour

Difficile ricordare una prima parte di Tour così intensa, almeno in epoca recente. Protagoniste, insieme a Nibali e Kittel, sono state le cadute, che hanno messo fuori causa i due favoriti della vigilia. Prima Froome e poi Contador sono tornati mestamente a casa

Facendo tutti gli scongiuri necessari, questo Tour de France ricorda un poco quello del 1998; pure allora assistemmo ad una corsa ad eliminazione, anche se a decimare il gruppo fu lo scandalo doping, che spazzò via la Festina e costrinse ad abbandonare la gara diversi altri corridori. Stavolta è stata soltanto la strada a fare selezione: Froome e Contador hanno fatto ritorno a casa con le ossa rotte, letteralmente. Il leader del team Sky era il grande favorito, ma è finito a terra ben tre volte in due giorni. Out con un polso fratturato. Lo Spagnolo era il grande sfidante, ma ha perso molto terreno nella tappa del pavé e poi è caduto anche lui nella prima tappa di vera montagna. Frattura della tibia e tante lacrime per "El Pistolero". Ad entrambi l'augurio che possano recuperare presto.

I protagonisti di questi primi dieci giorni, dunque, sono stati Kittel e Nibali. Il Tedesco è stato quasi imbattibile in volata, portando a casa la bellezza di tre vittorie. A rimpolpare il bottino della Germania, come se non bastasse il Mondiale, ci hanno pensato Greipel e Martin, con una vittoria a testa. In particolare il secondo ha impressionato per forza e coraggio, con due fughe da lontano: la prima ha fruttato un successo, nella seconda si è sacrificato tirando tutto il giorno per il compagno Kwiatkowski, che però non è riuscito a concretizzare il suo gran lavoro. Meritatissimo il soprannome "Panzerwagen", carro armato.

Il bilancio è molto positivo anche per l'Italia: tre vittorie di tappa (con Nibali e Trentin) e sette giorni in maglia gialla (sempre il Siciliano dell'Astana). Per ritrovare tre vittorie azzurre nei primi dieci giorni bisogna ritornare ad un Tour disgraziato, quello del 2008: i successi furono di Riccò, due, e Piepoli, poi cancellati per doping. Vale, dunque, il risultato dell'anno precedente, quando a vincere furono Bennati e Pozzato. Più vicino il precedente relativo all'ultimo italiano in maglia gialla: Rinaldo Nocentini nel 2009 conquistò il simbolo del primato al termine di una lunga fuga e lo mantenne per otto giorni.

La classifica generale sorride a Vincenzo Nibali, che ha scavato un solco rassicurante. I suoi rivali più vicini sono Porte (nuovo capitano Sky dopo il ritiro di Froome) e Valverde, staccati rispettivamente di 2'23'' e 2'47''. Sia l'Australiano che il ciclista iberico non hanno mai dato l'impressione di essere al livello dello "Squalo", staccandosi regolarmente in salita. Ancora meno consistenti appaiono gli altri avversari, in particolare i giovani francesi Bardet e Pinot senz'altro bravi, ma acerbi.

Come si è potuto vedere ieri a La Planche des Belles Filles, nessuno al momento è in grado di resistere a Nibali: il faro della corsa è lui.

Maglia gialla a parte, la classifica non sorride molto all'Italia: il primo azzurro, dopo Nibali, è Michele Scarponi, 36° a oltre mezzora di ritardo. L'Abruzzese sta correndo questo Tour in appoggio proprio alla maglia gialla. In salita, accanto al capitano dell'Astana, ci sarà lui, e ieri ha mostrato quanto prezioso, e decisivo, può essere il suo lavoro.

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