Seb, terza pole. "E potevo fare meglio..."

Vettel e Ferrari da 3 Gp sempre davanti. Kimi, che errori: è 6° dietro a Mercedes e Red Bull

Seb, terza pole. "E potevo fare meglio..."

Il cucchiaio anglo tedesco italiano, il dramma sfiorato, l'erroraccio nordico, il papà invadente con il figlio scarso, e soprattutto Seb Vettel in pole per la terza volta di fila. Cosa per lui successa l'ultima volta nel 2013, stagione del suo ultimo e quarto titolo, anch'esso di fila, al volante della Red Bull e cosa che in Ferrari non accadeva da 11 anni: 2007, Felipe Massa. Altra epoca. Fatto sta, ieri Lewis e Bottas dietro. Il sabato di Baku si riassume così. Il cucchiaio è quello accennato sulle ali posteriori di Ferrari e Mercedes, quell'onda accogliente posta al centro pensata per accogliere e ingentilire in modo mirato il carico aerodinamico così che nel lungo rettilineo di oltre due chilometri non diventi troppo per azzoppare la corsa delle due monoposto ma sia il giusto per reggere poi il tortuoso budello cittadino senza trasformarle in due saponette. Il dramma sfiorato porta invece i colori rosso blu e i faccioni ancora giovani di Gasly e Hartley, quando il secondo si è messo in piena traiettoria, per di più con gomma forata, mentre il compagno sopraggiungeva «a 325 all'ora!!!» ha urlato il ragazzo una volta ripreso fiato. L'erroraccio nordico spiega invece il motivo per cui improvvisamente Kimi Raikkonen si sia rimesso a fare il Kimi Raikkonen: cioè, essere tutt'altro che gelido e mancare il momento clou. Aveva in mano la pole, tre decimi più veloce di Vettel che al primo tentativo si era issato davanti a tutti, e invece via, all'ultimo la SF71H gli è partita stile rally dei Mille laghi, lui l'ha ripresa e però in cambio ha ceduto un secondo al cronometro. Davanti a Kimi anche Ricciardo e Verstappen. Ecco spiegato il suo 6° tempo finale. E visti altri erroracci in Q2, che gli stavano per costare il passaggio in Q1, a Raikkonen toccherà scattare su ultrasoft mentre gli altri potranno allungare su supersoft.

Il papà invadente e il figlio scarso raccontano invece una storia anche un po' triste. Quella del miliardario Lawrence Stroll e del figlio Lance. In questi giorni il paddock ha chiacchierato riguardo a non meglio precisati tentativi del genitore di convincere Mercedes e soprattutto Williams ad avviare una collaborazione stile Haas-Ferrari, cioè fornendo più o meno tutte le componenti consentite da regolamento e non solo il motore. Troppo scarsi i risultati fin qui ottenuti quest'anno dal team inglese. Ovviamente, a far pressione non sarebbero le parole di papà Stroll ma i suoi soldi. Problema: la Williams (che smentisce contatti) dovrebbe snaturare se stessa e la propria struttura visto che, come insegna Haas, servirebbero meno persone. Passi, dunque, che babbo Stroll voglia un posto migliore per il figliolo; passi meno che, senza neppure domandarsi se il ragazzo non sia il fenomeno che crede, tolga il posto a dei meccanici.

Quanto alla pole, viene quasi da non stupirsi. E questo non per un eccesso di arroganza e ottimismo.

Più semplicemente, perché abbiamo scritto per anni che Vettel si trasforma in fenomeno solo quando l'auto è stellare. E, visto che gran monoposto gli hanno scodellato Binotto & C, il minimo sindacale è che Seb, ora, sia perfetto. «Macchina molto buona e ho sbagliato qualcosina... potevo fare di più», dirà. Incorreggibile.

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