"Il segreto? L'Italia stregata dalla generazione educata"

Il presidente della Federtennis Angelo Binaghi: "I nostri ragazzi sono campioni ma danno l'esempio. Nel calcio non è così"

"Il segreto? L'Italia stregata dalla generazione educata"
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C'è chi vive di sogni e chi lavora per realizzarli: «Ma guardi che io una cosa come questa proprio non avrei potuto sognarla». Angelo Binaghi è il vertice del tennis italiano campione del mondo, presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel che rappresenta tutto ciò che abbiamo visto in questo anno da pazzi. Perché c'è Sinner, ma sotto di lui anche qualcosa che resterà nel tempo. «Ieri sera ho chiesto al numero uno dell'Atp Gaudenzi come mai questa settimana non ci fosse un torneo da vincere... Scherzi a parte i ragazzi sono stanchi, hanno diritto di riposarsi. Come ha scritto la stampa estera: siamo i padroni del mondo. Da gennaio ce li avremo contro tutti».

Presidente, com'è stato il rientro?

«La gente è impazzita: a Fiumicino c'era una valanga di persone che aspettava Berrettini. C'erano decine di telecamere. Io una roba del genere non l'ho mai vista».

Il tennis supera il calcio.

«Il nostro trionfo era su tutte le prime pagine e oltre, abbiamo vinto nelle interazioni sui social che sono pure molto più positive. E sa perché?».

Dica.

«Abbiamo una generazione di campioni educati che danno esempi positivi alle giovani generazioni e rispettano l'avversario. Nel calcio non è la stessa cosa».

Torniamo alle sue previsioni.

«Lei provi a dividere tutte le vittorie per 4. Per dire: i tre Mille di uomini e donne più le Atp Finals. Oppure i tornei conquistati. Per non parlare delle Olimpiadi. Avessimo vinto solo un quarto di quello che è stato, sarebbe stata un'annata straordinaria. Così...».

È l'effetto Sinner.

«È chiaro che quando si arriva ad avere un campione del genere, tutto ciò che c'è dietro viene superato. Però qui siamo andati oltre. Ma io ero ottimista, ve lo avevo detto un anno fa a Bologna quando eravamo quasi fuori dalla Davis».

Sliding doors...

«Avevo spiegato che per noi un turno di Coppa Davis in più o in meno non cambiava nulla. Tanto sarebbe cambiata la storia del tennis italiano».

Il tennis fa pure miracoli: su Torino ha messo d'accordo la politica.

«Sappiamo come fare gruppo, mi sembra che l'abbiamo dimostrato».

Una parola per Filippo Volandri.

«Le capacità e le qualità del nostro capitano sono evidenti. Ma oltre alle sue doti oggettive e soggettive, c'è da lodare l'intelligenza di giocatori come Bolelli e Vavassori, la coppia numero 4 al mondo nel doppio. Che se avessero dovuto fare loro la formazione, avrebbero schierato Sinner a fare anche il giudice di linea».

È stata la Davis di Berrettini.

«Matteo questa Davis l'ha vinta l'anno scorso, quando a Bologna ha trascinato i compagni oltre le difficoltà e poi è venuto a Malaga per star vicino alla squadra. Stavolta ha vinto 6 match su 6, ci fosse stato il settimo avrebbe vinto anche quello. Non è facile: la Davis è una brutta bestia, guardate cos'è successo a Musetti».

E la Billie Jean King delle ragazze?

«Incredibile: prima delle Finals speravo di portare a casa quelle e la Davis, e invece me ne hanno fatte vincere tre. Proprio non ci contavo: la vera sorpresa sono loro. Per la prima volta nella storia l'Italia è la nazione più forte del mondo con uomini e donne».

Una situazione bellissima: può diventare scomoda?

«Eravamo la nazione peggiore, siamo finiti nella Serie C di Davis: non ci sono problemi. Ce la godremo: sarà difficile restare lì, ci saranno momenti difficili, ma il futuro è nostro».

A proposito delle ragazze: come sfruttare i successi della Paolini?

«Lo stiamo facendo, riorganizzando il settore così come abbiamo fatto con i maschi. Vi posso annunciare che Roberta Vinci da alcune settimane sta seguendo le giocatrici migliori: è una grande campionessa, ha dato tanto nella sua carriera, ora si è messa a disposizione e in discussione con grande umiltà».

Un bel punto di partenza.

«Faremo maggiori investimenti per dare l'opportunità alle ragazze di avere un proprio team. Cercando di migliorare velocemente».

Altro obbiettivo 2024: voler abbattere il muro di un milione di tesserati.

«Ci siamo quasi. Settimana scorsa eravamo a quota 4077 società, un record, e 957.374 iscritti. Entro un paio di settimane faremo anche questo».

Prossimi traguardi: un italiano che vince Roma. Poi?

«Quello sicuro. Ma prima di tutto c'è da finire il lavoro con le Finals: l'Atp ci ha fatto un grande regalo, ma dobbiamo concludere l'opera con contratti, fideiussioni, delibere...».

Pensa che Sinner ci sarà l'anno prossimo in Davis?

«Dipenderà da tante cose, per esempio dove si giocheranno le Final 8. Se dovessero scegliere la Cina sarebbero dei pazzi. Se sarà di nuovo la Spagna le devo dire che ci siamo un po' rotti di dover giocare sempre in casa del numero 2».

Tempo fa ha detto che dopo le Finals stava pensando a un'altra

follia: non è che...

«Io punto sempre a grandi follie, ma come ho detto c'è molto da fare ancora per le Finals, che ora è la madre di tutte le nostre battaglie. Poi, di sicuro noi a questo punto non ci fermiamo...».

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