Nella storia del tennis ci sono gli Alcaraz e i Sinner. E soprattutto anche i Sinner che un giorno diventeranno Alcaraz, con i loro tempi. In pratica: dopo la vittoria dello spagnolo a Wimbledon il problema non è come gli espertoni da social hanno fatto subito notare che Carlitos abbia due anni in meno di Jannik, ma chi, a questo punto, potrà fermarlo. L'era dei Big 3, insomma, sembra stia cedendo il passo a quella del Fabulous One. Il predestinato tra i predestinati.
Dopo la finale di Londra (e la semifinale di Sinner) è giusto fare un'analisi su quello che il nostro talento più grande possa riuscire a fare, davanti al paragone con uno che è già sul tetto del mondo e che però molti hanno già dimenticato ha già battuto 3 volte su 6. I numeri, certo, sono a vantaggio del neo vincitore del suo secondo Slam, traguardo che Jannik per ora ha solo sognato. In più quest'anno Alcaraz ha vinto già 6 tornei, con l'unico di Jannik. Mettiamoci appunto i due anni in meno, e per qualcuno c'è già una differenza definitiva tra un campione e un buon giocatore.
Il problema però (per quelli di cui sopra) è che guardando la storia del tennis si capisce che Carlos sia un fenomeno assoluto, ma che nessuno possa escludere che l'attuale numero 8 del mondo (numero 8!) possa diventarlo. Per esempio: ci sono stati solo sei giocatori più precoci a vincere un torneo dello Slam rispetto ad Alcaraz (la classifica è Chang, Becker, Wilander, Borg, Nadal e Sampras), e tra gli under 21 possiamo aggiungere i big Edberg, McEnroe e Djokovic. Ma in questa lista manca Federer, che trionfò a Londra per la prima volta nel 2003 un mese prima di compiere 22 anni. E aveva la stessa età che Jannik ora (Roger è nato l'8 agosto, il nostro il 16). Oltre, c'è tanta storia delle racchette.
È dunque complicato, nonostante le statistiche, dare una risposta immediata su dove Sinner possa arrivare per raggiungere Alcaraz: i margini di miglioramento ci sono, il talento pure, i dati dicono anche che nelle ultime 52 settimane è quarto nella classifica dell'indice che conta vittorie e sconfitte (37-11, ovvero 0,771). Oltre al fatto che i prossimi due anni saranno determinanti per la crescita personale di Carlos, perché non si deve dimenticare che anche i tennisti sono (e diventano) uomini. Per il resto Jannik non ha nulla da temere: lo spagnolo ha un curriculum vincente sia contro Rune (2-1) che contro Medvedev (3-0), ovvero i due avversari che ha battuto anche a Wimbledon e che sono considerati quelli più ostici per lui.
E così, alla fine, mentre Sinner studia gli ultimi passi per diventare un Alcaraz, finisce che la risposta al quesito iniziale (ovvero si chi possa fermare la corsa dello spagnolo) per adesso è una sola. Sì, proprio lui, e ancora lui: Novak Djokovic.
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