Spalletti: "Facciamo vedere agli spaventatori che uomini siamo"

Il derby, le tre sconfitte di fila: è un'Inter confusa Il tecnico: «Siamo forti». E punta sul suo blocco

Spalletti: "Facciamo vedere agli spaventatori che uomini siamo"

A giudicare dai tifosi che aspettano i giocatori per selfie e autografi fuori dai cancelli di Appiano Gentile, sembra cambiato poco. Invece in soli 10 giorni il mondo Inter è capovolto. Due sconfitte di fila in campionato più il ko nel derby di coppa Italia, dalla vetta della classifica al terzo posto, sterilità offensiva e praterie aperte in difesa. Ok, non erano tutti fenomeni prima e non sono brocchi adesso ma qualcosa è sicuramente cambiato. E lo dimostra anche Spalletti che alla vigilia della delicata sfida casalinga contro la Lazio usa carota e bastone con i suoi, consapevole che sì, in effetti il vento è cambiato.

Un po' allenatore un po' psicologo Spalletti. Prima la carota, elogiando la squadra e difendendo il gruppo. Poi il bastone, con la mazzata che non lascia spazio a interpretazioni. «Abbiamo le capacità di avere un destino forte: uomini deboli destini deboli, uomini forti destini forti. Facciamo vedere che uomini siamo». Un manifesto, chiaro e netto. L'allenatore cerca e vuole una reazione dai suoi giocatori al di là da quelli che sono gli alibi di questo momento difficile. Perché il tecnico-psicologo ha grande esperienza e sa bene come gestire il gruppo. E allora, ecco la difesa. «I giocatori hanno fatto cose eccezionali, adesso è facile andare a trovare qualche difficoltà. È proprio perché abbiamo fatto tutto da soli noi e abbiamo la possibilità di trovare la soluzione sempre da soli. Dobbiamo avere bene in mente chi siamo e da dove veniamo. Quindi sapendo che siamo una squadra forte, non potremo mai essere in grande difficoltà se non vogliamo esserlo. Abbiamo le soluzioni». Nonostante le critiche da cui Spalletti vuole fare da schermo attaccando quelli che definisce «gli spaventatori di professione», quelli che in ogni caso «dicono sempre il peggio». Dunque, riecco lo psicologo. «Ci siamo detti delle cose, abbiamo numeri che supportano le cose che diciamo. Questi calciatori hanno il colpo di reni per risolvere le partite, è dentro il contesto che la persona si ritrova. C'è un processo di cose da fare ben riconoscibile e poi dobbiamo mettere a punto i comportamenti che dobbiamo avere. Se un giocatore va a fare un passaggio timido, si diventa tutti un po' timidi. Se invece fai un contrasto forte, si prende tutti la forma di essere più duri e forti. Bisogna lasciarsi contagiare dal fatto che siamo una squadra forte, non dobbiamo nasconderci e farci venire il braccino. E io - aggiunge sono sempre più interista».

Per riprendere la marcia Spalletti non fa rivoluzioni, anzi, auspica «un passo indietro», cioè puntare sul blocco che tanto bene aveva fatto fino a 10 giorni fa. Obbligati i cambi in difesa causa infortuni con Ranocchia e Cancelo per Miranda e D'Ambrosio, ecco i titolari garantiti in mezzo con Borja Valero trequartista supportato da Gagliardini e Vecino e il tandem Candreva-Perisic a suggerire per Icardi.

In attesa del mercato «Decidiamo noi chi va via, chi resta e chi arriva», dice Spalletti, l'Inter è questa. Né fenomeni prima, né brocchi adesso. Ma una squadra in difficoltà che il suo allenatore vuole rilanciare. Col bastone e la carota.

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