L'Italia ritrova il gol

Spalletti può scegliere tra Retegui e Kean che guidano la classifica marcatori della A. Un'abbondanza che mancava da anni in Nazionale

L'Italia ritrova il gol
00:00 00:00

C'era una volta il problema del gol. Pare che l'abbiano risolto Mateo Retegui, pescato da Roberto Mancini nell'altro emisfero e valorizzato da Gilardino e Gasperini nel Paese dei suoi nonni, e Moise Kean, cresciuto a Torino e rilanciato a Firenze. Primo e secondo in una classifica, quella dei bomber del campionato, in cui da anni comandavano gli stranieri, per cui un oriundo va più che bene per guarire il mal di gol dell'Italia. Più Raspadori, che qualche gol sempre lo fa, e Zaccagni, Barella, Frattesi, persino Di Lorenzo. Il gol non più come un problema: 13 nelle 6 partite autunnali.

Di nuovo l'Italia e di nuovo a San Siro, domani, 4 mesi dopo l'ultima volta. Dalla Francia alla Germania, quarto di finale di Nations League, l'impacchettatura a festa delle amichevoli di una volta, che non ci sono più. Contro Deschamps non è andata benissimo, 1-3 e resa con gl'interessi del successo allo Stade de France. Con Nagelsmann ci giochiamo fra domani e domenica l'accesso alla Final Four, che nel caso organizzeremmo noi a Torino, sennò via già a giugno con le qualificazioni mondiali, contro avversari presumibilmente più ostici (tipo la Norvegia).

Retegui o Kean più di Retegui e Kean, nel senso che Spalletti non dovrebbe cedere alla tentazione di sommare i gol stagionali dell'uno (22 in campionato e 3 in Champions, più 2 in azzurro) a quelli dell'altro (15 in campionato e 5 nelle coppe, più 1 con la Nazionale), preferendo alle spalle del centravanti designato (si parte dall'atalantino) un giocatore più di raccordo (l'ultima volta fu Barella, domani potrebbe essere Raspadori, o magari Zaccagni o Frattesi, le alternative sono tante, oggi se ne capirà di più).

È dai tempi di Immobile (soprattutto) e Belotti, che l'Italia non aveva due cecchini in organico. Pare un secolo fa, e in effetti sono passati due Mondiali, anche se noi non li abbiamo giocati, anche per i gol che (pure) loro due non hanno segnato. Nel mezzo, campioni d'Europa, ma qui più che dei gol fatti ci sono da ricordare quelli evitati ai rigori da Gigio Donnarumma, domani per la quarta volta a San Siro dopo l'addio al Milan. A novembre non c'era, domani chissà come sarà accolto. Ben che vada, nell'indifferenza. E sarebbe già un passo avanti verso la normalizzazione.

Siamo stati a lungo il tabù dei tedeschi, li abbiamo fatti piangere in Messico nel '70 e in Spagna nell'82 e forse più ancora a Dortmund, nella semifinale in casa loro del 2006.

Una semifinale era anche quella del 2012, con i muscoli dell'iconico Balotelli mostrati al mondo anche se si giocava un Europeo. Da lì in avanti però non li abbiamo più battuti, quasi 13 anni e 6 partite, con 2 sconfitte. Domani sembra l'occasione giusta per aggiornare le statistiche.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica