Quello sbilenco tocco di Icardi ha smorzato in gola il grido del popolo interista. Così come la decisione del Var che ha annullato la rete dello stesso bomber argentino. Questione di dettagli, di centimetri, che cambiano il senso di una partita e a volte anche di una stagione. Ma alla fine, anche con uno 0 a 0, Spalletti ha di che essere felice.
Intanto per la classifica e per il pericolo scampato. Non aver perso, ha fatto sì che il Milan rimanga a debita distanza e con ogni probabilità non possa rientrare nella corsa Champions, ormai limitata a uno spareggio a tre (per due posti) tra Roma, Inter e Lazio. Certo, 8 punti non sono un margine insormontabile, ma uno scalino difficile da risalire in 8 giornate, visto il valore e la condizione delle rivali. E questo è il punto vero. Perché l'Inter è guarita, la crisi è alle spalle e la squadra ha ripreso a correre sotto tutti i punti di vista.
Cosa sia successo in quei due sciaguratissimi mesi è tutto da chiarire. Ma la squadra molle, debole, senza gioco e senza idee è soltanto un brutto ricordo per Spalletti. La dimostrazione sono i 5 risultati utili di fila, con un a dato che spicca su tutti: zero gol subiti. Contro Benevento, Napoli, Sampdoria, Verona e Milan, Handanovic non ha subito neanche una rete. Un'imbattibilità che dura da 481 minuti e ha dato nuova fiducia ai nerazzurri. Merito anche del tecnico che ha saputo cambiare, dopo un periodo di difficoltà in cui anche lui sembrava non sapere più a che santo votarsi. Cambiamenti figli della crescita e cambi dovuti un po' al caso. Intanto Cancelo e Rafinha, arrivati in estate e a gennaio, hanno acquisito confidenza con la doppia fase richiesta da Spalletti e sono diventati un valore aggiunto. Il laterale portoghese gioca a tutta fascia e ha colmato le lacune in difesa, il brasiliano è preziosissimo nel suo ruolo di trequartista. E poi i cambi geniali anche se dovuti un po' al caso. Mentre Vecino soffriva per la pubalgia e faticava ad allenarsi, il tecnico ha provato Brozovic come mediano accanto a Gagliardini et voilà. Il croato che sembrava ai margini, svogliato e con la valigia in mano, è diventato il perno del centrocampo nerazzurro, capace di dare qualità e quantità.
«Ho visto una squadra forte - ha detto Spalletti nel post derby - È tornata l'Inter di inizio stagione? Ancora meglio, nei primi mesi anche quando vincevamo non giocavamo benissimo». Adesso il vento è cambiato ma guai per l'Inter ad abbassare la guardia. La Champions non è un obiettivo ma l'obiettivo.
Da lì passa il presente ma soprattutto il futuro. Un'Inter nell'Europa che conta vorrebbe dire più fondi, più investimenti e una squadra più competitiva. Con Spalletti, confermato, senza i mal di pancia che ogni tanto ha accusato in questa stagione.
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