
L'Inter torna a distanza di asterisco dal Napoli (i 3 punti che teoricamente può incassare nel recupero con la Fiorentina), ma soffre l'Empoli più del previsto, anzi del dovuto. Bene, ma non benissimo, perché negarlo? Colpa delle assenze, merito degli avversari, i prossimi appuntamenti diranno se c'è dell'altro. E cosa c'è, soprattutto. Finisce 3-1 e succede tutto nel secondo tempo. La sblocca Lautaro, quarto gol in 6 partite, ottavo in campionato. Partitona, la sua: la sassata del gol, un palo e una grande parata di Vasquez nel primo tempo. Nell'ultimo quarto d'ora, il raddoppio di Dumfries, testa da angolo di Asllani, imbelletterebbe il punteggio nerazzurro, ma la bambola che l'ex Seba Esposito rifila a De Vrij, riapre incredibilmente la partita a 6 minuti dalla fine. Thuram la chiude allo scadere, contropiede innescato da Barella e rifinito da Arnautovic. ThuLa in gol in tandem dopo 8 mesi.
D'Aversa parte con 3 difensori di nome ma 5 di fatto, poiché Pezzella e Gyasi si preoccupano soprattutto di tamponare le fasce dagli assalti di Dumfries e Dimarco. Il rientrante Pavard dà una buona mano all'olandese, mentre Carlos Augusto fa rimpiangere Bastoni, non tanto in fase difensiva, non ce n'è proprio bisogno, ma nell'appoggio offensivo, che non c'è mai fino al gol del vantaggio. Finché resta in campo, prima di fare spazio a Esposito, il gioiellino Fazzini è più operaio in mezzo al campo che architetto per Colombo. E così il suo dirimpettaio Cacace. Non è un pullman quello dell'Empoli, ma ci somiglia molto.
L'Inter ci sbatte ripetutamente contro nel primo tempo, trovando raramente il pertugio per Lautaro. Di Taremi, nemmeno a parlarne: mai pervenuto. Inutile, anzi dannoso. L'ingresso di Thuram a 20 minuti dalla fine è visto da San Siro come una liberazione. Benino l'atteso e sempre discusso Asllani, che dopo mezz'ora trova il corridoio giusto per il capitano, scaltro e lesto nel controllo, ma impreciso nel tiro, che finisce sull'esterno del palo. Nel primo tempo, solo una parata di Vasquez, su rovesciata da terra, manco a dirlo di Lautaro. Scolastica e timida la prova di Zielinski, quando servirebbero martellate per infrangere il muro dell'Empoli. A vederlo giocare con continuità come in questo periodo, si capisce perché Inzaghi gli preferisca Mkhitaryan (36 anni domani).
Meno bene il portiere dell'Empoli (di proprietà del Milan) sul gol che sblocca la partita: il tiro di Lautaro (completamente solo, 3/4 metri fuori area) è forte e teso, ma né alto né angolato, l'impressione è che potesse fare di più.
Presenti solo 61 mila spettatori, dopo i 63 mila di mercoledì contro
il Bologna. Tanti per qualsiasi altra squadra di Serie A (Milan a parte), ma mai così pochi per l'Inter nel post pandemia. Forse il freddo, forse i prezzi o forse chissà, anche qui si capirà meglio nelle prossime partite.
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