Bologna - Quarantadue tiri in porta, di cui 31 nella gara contro la Polonia, il dato più alto tra le partecipanti alla fase finale dell'Europeo Under 21. E tre gol, secondo posto dietro ai polacchi e alla pari con parecchie altre. Bei numeri, ma questo è uno dei casi in cui le cifre nascondono una verità, più che evidenziarla. Perché se la media di gol e tiri premia ugualmente gli Azzurri, la realtà è che nella partita conclusiva contro il Belgio, sabato a Reggio Emilia, non basterà la vittoria, che è il minimo sindacale per sperare di poter passare il turno.
Il regolamento dice che per determinare la prima classificata, a parità di punti, conterà lo scontro diretto: come punti ottenuti, differenza reti e numero di reti segnate. Mentre la migliore delle seconde verrà decisa nell'ordine da punti, differenza reti, gol segnati, punteggio più basso nei provvedimenti disciplinari. Segnare, segnare, segnare. E quando non ci riesci anche le belle statistiche servono a poco. Finora, ci è riuscito solo Federico Chiesa, oltre al rigore di Lorenzo Pellegrini: e dal lato sinistro, quello dell'attaccante della Fiorentina, è arrivata la maggior parte dei pericoli per gli avversari, 44% contro la Polonia: il lato non per nulla di maggiore stabilità, considerando che in queste due partite in mezzo e a destra si sono mossi Kean, Cutrone, Zaniolo e Orsolini, e che lo stesso Pellegrini, agendo perlopiù sul fronte sinistro, ha colpito il palo nel finale della gara di mercoledì sera.
Le scelte di Gigi Di Biagio per la partita di domani saranno dunque ancora più importanti: il Belgio è a quota zero in classifica ma ha segnato tre gol ed è stato in partita fino alla fine sia contro la Polonia sia contro la Spagna. Comprensibili le critiche al Ct perché ha perso, ma contro una squadra polacca così compatta bisognava cercare di allargarne il muro e gli azzurri lo hanno fatto, lavorando tantissimo sulle fasce, vincendo ben 13 tentativi di dribbling e tirando 24 volte su azione. Difficile quindi criticare l'approccio e la preparazione della partita, se non che non è stato particolarmente felice l'invio in area di palloni su palloni contro i corposi difensori polacchi, che hanno dominato i duelli aerei.
A questo punto può non bastare neppure battere il Belgio e si rischia allora che i paragoni frettolosi con Italia '90 si realizzino più che altro sul piano del risultato: che - mai dimenticarlo - 29 anni fa non fu positivo.
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