Uscito dalla curva a gomito della sua stagione, ecco un'altra montagna da scalare per il Milan qualificato agli ottavi con i brividi (per la resistenza della Stella Rossa rimasta in 10) e grazie alla manona santa di Donnarumma. Da domenica ultimo giorno di febbraio fino al 21 marzo, gli tocca una maratona con tappe forzate: 7 sfide raccolte in appena 21 giorni, una partita ogni 3 che vuol dire consumare un bel po' di energie fisiche e nervose, già scoperte in modesta quantità durante le ultime settimane. Tra gli appuntamenti di campionato, tutti impegnativi, di Verona, Napoli e Fiorentina, ci sono poi incasellati i due di Europa league. Suggestivo oltre che crudele il sorteggio: dall'urna di Nyon è spuntato il Manchester United, rivale di nobili e suggestive tradizioni che segnarono i trionfi dell'era Rocco e quella più recente di Carlo Ancelotti. Insieme, i due club, provocando qualche prurito nella concorrenza domestica, sommano la bellezza di 10 tra Coppe dei Campioni e Champions league, con una coincidenza che fa addirittura sognare i soliti ottimisti del mondo Milan. Già perché anche nel 2007, data dell'ultima Champions alzata nel cielo di Atene al cospetto del Liverpool da Paolo Maldini capitano, il Milan di Kakà e Inzaghi, di Seedorf e Pirlo, passò attraverso gli stessi avversari messi in fila nell'attuale campagna continentale (Lille, Celtic, Stella Rossa, Manchester United).
I paragoni, naturalmente, sono improponibili e perciò da respingere perché non solo è un altro Milan quest'ultimo ma sta attraversando, a 8 mesi dall'inizio della rinascita prodigiosa, il periodo più complicato. Manchester United vuol dire qualcosa anche per Zlatan Ibrahimovic che vinse, sulle stampelle, a causa dell'infortunio proprio l'Europa league con Mourinho. «Il grande uomo sta tornando»: così il sito dell'United ha celebrato il sorteggio e l'incrocio con lo svedese molto ammirato da quelle parti.
Di sicuro un Milan così super impegnato, non fa altro che spalancare l'autostrada verso il tricolore all'Inter che invece può programmare con le prossime 5 sfide l'ambizioso piano di aumentare il distacco dai rossoneri e dal resto dei rivali (Juve compresa, considerata la più accreditata da Antonio Conte). La cavalcata può tornare utile anche per mettere da parte gli affanni traditi dall'azionista cinese, tornati d'attualità ieri con l'intervento del CFO Tim Williams che ha confermato «con o senza supporto esterno, l'impegno di Suning a favore dell'Inter». Parole in attesa dei fatti. Altre due operazioni schiariscono però il cielo sopra Appiano Gentile. La prima è di natura finanziaria: 55 milioni di prestiti firmati Suning sono stati convertiti in capitale, che vuol dire niente soldi freschi ma un passaggio da una casella all'altra del bilancio.
La seconda, in società con il Milan si riferisce al dossier nuovo stadio: sono stati inviati al comune di Milano i materiali richiesti con i chiarimenti necessari. Che si possa proseguire in questo progetto, con la famiglia Zhang o con i successori, sarebbe già un clamoroso successo. Persino più importante di un trofeo calcistico.
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