La disfatta di Abukir, quando Lord Nelson tolse il mare a Napoleone

La flotta francese all'ancora nella baia egiziana venne distrutta dagli inglesi nel primo giorno d'agosto del 1798. Così Napoleone, "l'odiato corso", dovette dire addio al sogno di strappare le rotte commerciali all'Impero britannico interrompendo il collegamento con il Vicino oriente

La disfatta di Abukir, quando Lord Nelson tolse il mare a Napoleone

"Chi comanda il mare, guida la storia" asseriva Lord Horatio Nelson, primo duca di Bronte e forse condottiero tra i più noti nelle battaglie navali che hanno infiammato gli oceani della stessa. Seppe dimostrarlo quando dal ponte dell'HMS Vanguard sbarrò la strada alle brame di Napoleone nella baia di Abukir, dando ordine ai 14 vascelli di linea posti sotto il suo comando di aprire il fuoco contro le navi francesi sfuggitegli nel Mediterraneo e colte di sorpresa mentre erano alla fonda in Egitto. La sera del primo giorno d'agosto del 1798.

Quattro ore di fuoco alle polveri, di ordini impartiti con fredda risolutezza, di grida di terrore, di vele squarciate, di schegge di legno che schizzano d'ogni parte mietendo vittime nella crescente oscurità illuminata dalle bordate dei cannoni in batteria. Zampilli d'acqua alti una dozzina di metri s'innalzano lungo la linea del fuoco quando i colpi mancano il bersaglio, lacerando la superficie del mare. Poi il fuoco di moschetti e cannoncini prima dell'abbordaggio dei fanti di marina con la giubba rossa che si spingono fino alla misura della sciabola. Quattro ore di bordate sparate a bruciapelo, di manovre azzardate e temerarie pensate del disobbediente contrammiraglio britannico definito un "predatore nato", Lord Nelson, che scrive il suo nome nella leggenda mentre infrange il sogno di Napoleone Bonaparte, il generale francese che aveva conquistato le Piramidi e intendeva scalzare l'Impero britannico dal predominio del Mediterraneo e dei mari che portano ai possedimenti d'oltreoceano, interrompendo i collegamenti tra l'Inghilterra e il vicino Oriente che conduceva all'India e oltre.

Quando le cannonate della Hms Bellerophon - la stessa nave da battaglia inglese che scorterà Napoleone in esilio sull'isola di Sant'Elena nel 1815 - centrano l'albero maestro dell'ammiraglia francese, L’Orient, impossibilitata a manovrare e dunque spacciata, l'epilogo della battaglia sembra decretato.

Ma mentre i morti e vessilli cadono nel mare che nell'incedere della notte diventa del colore della pece, tutto intorno si continuerà a combattere fino allo stremo. All'alba, la battaglia del Nilo è conclusa ed è stata vinta da Nelson. Destinato a diventare eroe dell'impero, ammiraglio della flotta del Mediterraneo e più temuto e ammirato degli uomini in tutta la Marina britannica sebbene privo dell'occhio destro, perduto in battaglia al largo di Calvi, e di un braccio, sempre il destro, amputato in seguito delle ferite riportate nel fallito assedio di Santa Cruz de Tenerife.

Uno scontro decisivo

Come in ogni grande e decisiva battaglia, saranno tattica, temerarietà e informazioni (del tipo che oggi l'intelligence classificherebbe come Humint) a fare la differenza nella conquista della vittoria. Così, quando quattro navi della squadra britannica si insinuano sulla destra della linea delle navi francesi sfidando i bassi fondali come grande mestizia, e le restanti sei guidate dalla Vanguard di Nelson incrociano al largo ingaggiando la linea dei vascelli francesi che non si aspettavano uno scontro prima del mattino, Brueys e i suoi 5mila marinai non riescono a credere di esser sopraffatti. Incredibile pensare che la flotta di Nelson si fosse mossa su indicazione di un semplice pescatore greco che il 28 di luglio, nel Golfo di Koron, aveva notato "una grande flotta dirigersi a sud-est di Creta", lanciando Nelson all'inseguimento.

Al tramonto, sei delle 20 navi francesi sono state disalberate, tre abbordate e catturate dagli inglesi, che ora possono dirigere il fuoco dei cannoni sulle rimanenti navi avversarie. La precisione dei cannonieri di Sua Maestà sbalordisce e fa strage. Concentrando il fuoco sull'ammiraglia francese che spicca tra la linea di vascelli con i suoi 120 cannoni non solo per insegne e grandezza, ma per il suo aspetto magnifico: L'Orient era stata fatta riverniciare quella stessa mattina.

Al termine dello scontro, i francesi hanno perso 11 dei 13 vascelli di linea, i più importanti, e due delle quattro fregate. Sole due navi sono riuscite a darsi alla fuga. Si conteranno oltre 1.500 caduti tra i francesi, almeno la metà di feriti, mentre i restanti 3mila verranno fatti prigionieri. Tra i caduti sarà anche l'avversario di Nelson sul campo, l'ammiraglio François-Paul Brueys d'Aigalliers, spazzato via, secondo le cronache della battaglia, da una palla di cannone. Gli inglesi invece, tra morti e feriti, non avevano perso neanche un migliaio di uomini.

La grande vittoria di Nelson

"..il Signore nella sua Grandezza ha benedetto l’Armata di Sua Maestà il Re con una grande vittoria nella battaglia con la Flotta nemica che ho attaccato al tramonto presso la foce del Nilo", così Nelson comunicò per dispaccio la vittoria a Londra. A bordo dei suoi vascelli, che avevano distrutto e predato le navi del Napoleone posto al comando di quella che divenne nota come l'"Armata Inghilterra" - dall'obiettivo che s'era prefissato, ossia invadere l'isola nemica - i toni furono diversi, e la parola "vittoria" venne considerata inappropriata per celebrare un successo di tale portata.

Annientando la flotta francese che doveva fiancheggiare le armate di Napoleone nell’interdire le rotte del Mediterraneo e i collegamenti tra la Gran Bretagna all’India, flotta destinata a supportare l’esercito francese pronto ad attraversare il canale della Manica per tentare di invadere l’Inghilterra, Lord Nelson infrangeva il sogno del condottiero francese che, senza l’appoggio di una potente flotta non poteva né puntare né al predominio del Mare nostrum, né tanto meno all'Oriente. Lasciandolo in Egitto con orizzonti d’espansione e gloria destinati a ridursi - contro le sue mire - al Vecchio continente.

Sarà la battaglia di Trafalgar a distruggere definitivamente i piani di Napoleone per l’invasione della Terra di Albione. Ma questo appartiene un'altra storia.

Una storia che pur vide ancora una volta rispettato l'adagio di Lord Horatio Nelson il quale, ferito a morte al largo di Capo Trafalgar nell'omonima battaglia, consacrerà la superiorità britannica in alto mare. Permettendo agli inglesi di guidare per un altro secolo le sorti della Storia.

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