Adriano Celentano non può essere inquadrato in una singola categoria. Il "ragazzo della via Gluck" è un'icona italiana capace di stregare più di una generazione, che lo ha amato tanto come cantautore, quanto come attore, showman e mattatore televisivo. Si è spesso incaricato di lanciare messaggi contro corrente, di portare avanti tematiche di sensibilizzazione civica e ogni volta che ha lavorato per il piccolo schermo ha inchiodato gli spettatori sul divano, mettendo a referto dei numeri di audience da capogiro. Il linguaggio di Celentano è spesso semplice, diretto, facilmente comprensibile da chiunque. D'altronde il "molleggiato" non ha aspirazione elitarie e, anzi, come da lui dichiarato è semplicemente "il re degli ignoranti". Indiscutibilmente, Celentano ha più di un talento da attingere dal proprio repertorio, ma quello che - forse - emerge più degli altri è il carisma. Durante il programma "Fantastico 8", su Rai 1, il mattatore chiede agli italiani, a favore di telecamera, di spegnere la tv per cinque minuti. In otto milioni eseguiranno la sua richiesta. Inutile evidenziare l'ascendente di Celentano sugli italiani, che per lui avrebbero fatto qualunque cosa.
Francamente me ne infischio
Nel 1999 è tempo di un nuovo show sulla rete ammiraglia della Rai. Celentano è bravissimo a centellinare le sue apparizioni sul piccolo schermo, così da creare spasmodica attesa e morbosa curiosità ogni volta che rimette piede di fronte alle telecamere. Il nuovo programma si chiama "Francamente me ne infischio", un titolo provocatorio e dissacrante, esattamente come il suo ideatore. Nelle varie puntate, oltre al canonico intrattenimento tipico della tivù, si toccano più volte materie spinose e che necessitano di un certo tatto, come la guerra e la fame nel mondo. Per questo vengono convocati vari artisti attivi anche nel campo umanitario, tra i quali spiccano Piero Pelù, Ligabue e Jovanotti autori di una canzone "Il mio nome è mai più", che ha l'obiettivo di raccogliere fondi utili per sostenere Emergency, impegnata in prima persona in alcune zone di guerra, quali la ex Jugoslavia, la Sierra Leone, la Cambogia e l'Afghanistan. L'ospite di punta della terza puntata, però, è una delle più grandi rockstar viventi: David Bowie.
La surreale pace tra Celentano e Bowie
L'intervista di Celentano a Bowie è una delle pagine più controverse della storia della televisione italiana. Ripensare a quel momento fa venire un po' di pelle d'oca, in primis per la massiccia occasione persa, in quanto due icone del genere, seppur agli antipodi, avrebbero potuto coinvolgere e responsabilizzare più persone con le loro parole e tramite un messaggio realmente incisivo, ma soprattutto per il tenore e la condotta dell'intervista che il molleggiato rifila all'inerme Bowie. La prima domanda di Celentano al Duca Bianco è talmente spiazzante, che l'artista britannico inizia a guardarsi intorno e a stampare un sorriso beffardo sul viso. "Secondo te c'è futuro?", chiede l'ex ragazzo della via Gluck. Di tutta risposta arriva una risata molto nervosa e isterica dall'interlocutore, che dopo qualche attimo di appannamento, proferisce una banale affermazione con controffensiva: "Per me sì, e per te?". Il padrone di casa raddoppia la dose, con un'altra questione al limite dell'assurdo: "Cosa bisogna fare contro la fame nel mondo?". A quel punto Bowie comincia a scavare nel cassetto delle ovvietà, per difendersi nel migliore dei modi possibile: "La politica deve agire, ma il cambiamento deve partire dalla gente".
Il pressing di Celentano si fa ancora più audace, quasi a voler disarcionare il Duca Bianco dal sua apparente stato di calma placida, ma vagamente nervosa: "E perché la gente tarda a muoversi?", incalza il molleggiato. In quell'istante l'autore di "Heroes" inizia a spazientirsi, vorrebbe alzarsi dagli scomodi scalini su cui è seduto, ma ribatte: "Non sono la persona giusta a cui fare queste domande". Gli animi si surriscaldano e Celentano indossa con maggiore lucentezza i panni del provocatore: "Hai fretta di andartene, vuoi tagliare il discorso?". ll sipario si chiude con Bowie che cerca di recupare lo scettro del comando, prende la mano del molleggiato e sigla una tregua dal sapore universale, proferendo queste parole: "Qui, in questo programma e in questo posto, decidiamo che ci sarà una pace mondiale. Non ci sarà più nessuna guerra. Vediamo cosa riusciamo a fare. Due persone si sono impegnate". Giù le tende su un momento surreale.
Bowie: "Celentano è un idiota"
Pochi giorni dopo l'imbarazzante scena tenutasi al cospetto delle telecamere della Rai, David Bowie rilascia una dichiarazione al vetriolo verso Adriano Celentano: "Capivo perfettamente cosa mi stava dicendo. Credo che lui sia un idiota. Ero lì per suonare la mia canzone. In ogni caso, non credo che mi inviteranno ancora". A queste affermazioni, il molleggiato risponde per le rime: "Io forse sono un idiota, ma certamente essere quotato in Borsa ti rende confuso.
Il tema dell’intervista nasceva da una dichiarazione che Bowie aveva fatto a Parigi e nella quale diceva che partecipava volentieri perché io ero ‘socialmente impegnato’. Illudendomi, cercai di coinvolgerlo sul piano sociale, constatando invece che lui era ‘socialmente impegnato’ solo a promuovere il suo disco". Un'occasione persa, per entrambi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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