
Alla domanda «quanto spesso senti di provare stress causato dal tuo lavoro» quasi 6 insegnanti su 10 hanno risposto senza esitazioni: la crocetta è finita sul «sempre/spesso». Sono gli insegnanti della Lombardia, stressati, caricati da troppo lavoro, schiacciati da un'eccessiva burocrazia (64,6%). Con le aggravanti: senza supporto da parte dei superiori (36,3%), con classi troppo numerose (30,2%), a cui si aggiungono relazioni difficili con genitori iperprotettivi (25,8%), in scuole dove la manutenzione è scarsa (52,2%). Per poi arrivare a fine mese e fare i conti con una busta «inadeguata» come sottoscrive il 74,7 per cento. La fotografia a tratti foschi più che in bianco e nero, è stata scattata dall'ultima ricerca di Cisl Scuola, presentata in occasione dell'VIII Congresso che si è tenuto ieri e che ha coinvolto circa 2 mila iscritti. Trenta le domande che vanno dal benessere a scuola all'organizzazione del lavoro passando per le relazioni con le famiglie.
«Il quadro emerso dalla ricerca ha commentato la segretaria generale della Cisl Scuola lombarda, Monica Manfredini è abbastanza preoccupante. Dalle interviste traspare un evidente disagio in chi opera nel sistema dell'istruzione, che si manifesta in una condizione di forte stress. Si avverte anche una certa sofferenza per la scarsa considerazione sociale di cui oggi gode la professione dell'insegnante, un tempo invece molto rispettata, che talvolta sfocia in episodi di bullismo e violenza». Guardando al futuro, «le risposte alle interviste sono chiare prosegue Manfredini - bisogna aumentare gli stipendi, che sono fra i più bassi in Europa; occorre risolvere il problema del precariato; va migliorata l'organizzazione del lavoro, appesantita dagli eccessi burocratici; si deve investire per ammodernare le strutture e le attrezzature. La scuola va riportata al centro del dibattito pubblico».
L'analisi ha preso in considerazione gli insegnanti con età media di 50,9 anni e un 8,2% di «giovani» intesi come under 36 con età media di 30,9 anni. 8 su 10 sono donne, così come d'altronde è nella realtà. Più della metà hanno una laurea magistrale, ma 2 su 10 sono precari anche se non sono neanche più giovanissimi, uno su due sta dietro una cattedra da oltre 20 anni. Ed è lì che sale, giorno dopo giorno, lo stress dato soprattutto da un eccessivo carico di lavoro (il 57,6%). Solo per un insegnante su 10 la causa è il rapporto con i ragazzi. Di fatto (6 su 10) non sentono il supporto della scuola, addirittura «inesistente» per 4 su 10.
Il disagio poi ha il suo strascico anche una volta che si sono chiusi il portone della scuola alle spalle. Oltre 9 su 10 dicono di arrivare a fine giornata mentalmente esausti, con sintomi fisici che vanno dal mal di testa all'insonnia alla tensione muscolare, ma con effetti negativi anche sul work-life balance (circa 9 su 10), per poi arrivare a una perdita di motivazione (circa 8 su 10), in una diffusa percezione di isolamento e mancato supporto (8 su 10) e, in alcuni casi, a vedersi costretti anche ad assentarsi dal lavoro (oltre 2 su 10). Nonostante il 65,4% degli intervistati descriva positivamente il rapporto con i genitori degli studenti, più di 7 su 10 denunciano un'eccessiva protezione nei confronti dei figli, il 39,8% lamenta la mancanza di rispetto per il ruolo dell'insegnante e il 33,5% sottolinea la presenza di aspettative irrealistiche nei confronti della scuola.
Dunque, perché la professione insegnante non attrae? Retribuzione inadeguata (motiva il 74,7%), carico di lavoro eccessivo (per il 49%), stress correlato (35,7%) e la carenza di riconoscimento sociale (33,4%). Ma pesano anche la mancanza di prospettive di carriera (23,7%) per finire con l'eccessiva precarietà (20,8%).
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