Quarantuno metri di yacht ad 1 milione e 870 mila euro. In multiproprietà of course, che a quella cifra potresti giusto permetterti un sessanta piedi. Invece c'è l'Ocean Emerald, design griffato Norman Foster, attraccato a Porto Lotti, La Spezia: una virgola di luce metallica che si ficca in mare e diventa acciaio liquido. È il business delle quote di lusso firmato YachtPlus, la società londinese che coglie l'attimo, progetta quattro barche più quattro e si destreggia tra armatori disposti a dividersi il gioiello. Ieri la presentazione della prima barca finita, il primo di quattro yacht identici che saranno lanciati dall'azienda nei prossimi due anni, tutti attualmente in costruzione presso i Rodriquez Cantieri Navali di Sarzana. Cinque suite per dodici ospiti seguiti da un equipaggio di 7 persone dedicate a soddisfare ogni desiderio. «Il secondo lo mettiamo in mare al salone di Monaco e lo spostiamo ai Caraibi - dettaglia Andrea Pezzini, general manager della Floating Life International, la società che realizza il prodotto e gestisce il progetto chiavi in mano - La terza l'anno prossimo». Stesso stile dentro e fuori, la curva d'un delfino disegnata di tek ad illuminarne quel grigio-verde che si perde in mare: «Non c'è linea di galleggiamento proprio per una fusione con l'elemento naturale». Sala da pranzo modulare, soffitti in corian, luci diffuse. Assolutamente essenziale, perché gli armatori possano personalizzare a giro quegli spazi. Poi moquette nella zona armatoriale, cabine dimensionate esclusivamente per dormirci, ampi bagni e molto spazio nelle open area.
Il secondo livello gioca sull'open in e out per la sala lettura che culmina al terzo livello con la parte sole: massima visibilità e quel concetto di luce centrale incanalato in un cerchio di vetro satinato che trafigge verticalmente la barca. Facile da manovrare e tutta da godere, è la magica interpretazione di un architetto geniale che guarda a delfini e Jaguar per fissarne la forma. Un pesce che esce dall'acqua o un uccello che ne buca la superficie; Foster racconta la materia pensata, scherza sulle diapositive che scorrono mentre l'Emerald si prende la scena, e puntualizza quell'intuizione potente di spostare a prua tutto il volume. Una sorta di effetto-monovolume per acchiappare tutti gli spazi aperti, così lo yacht «punta lo sguardo avanti, verso il futuro». Spiega come la zona equipaggio sia separata da quella armatoriale, in pieno modello country house, e assimila il concetto barche-identiche alle catene di alberghi: non è la barca a fare la differenza ma dove la posizioni. Niente oceano, ma Mediterraneo e Caraibi. Due e mezzo le barche vendute ad oggi per un totale di venti armatori, otto per ogni yacht, cui spetteranno cinque settimane per otto anni di fruizione del gioiello, che si porta a casa la Charter Security del Rina ed è in linea per la Green Star: «Niente pelle e marmi - sottolinea Pezzini - Materiali naturali al minimo, scarichi filtrati e basso impatto inquinante». Il 41 metri è servito, costa 14 milioni di euro ma con soli 1.870.000 di feed d'ingresso lo condividi. E pazienza se ti tocca novembre piuttosto che luglio: il calendario è a rotazione, il primo del Mediterraneo è l'ultimo nei Caraibi, basta solo mettersi d'accordo, la noblesse oblige farà il resto. Poi ci metti su altri e 200.000 euro annui per la manutenzione e il servizio, e il gioco è fatto. La FloatingLife si prende in carico l'armatore di turno in toto, dal trasferimento da casa a bordo e ritorno, personalizzandogli la barca con suoi oggetti e foto, che verranno rimpacchettati poi per il prossimo giro. E se cinque settimane sono troppo per strapazzarsi in mare, puoi sempre charterizzare, che il noleggio settimanale viaggia sui 110.000 euro.
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