Censurata la versione 2025 de "La Bella e la Bestia": cosa è successo

L'Education Nationale francese che ha deciso di annullare l'ordine di 800.000 libri illustrati destinati agli scolari delle elementari

Censurata la versione 2025 de "La Bella e la Bestia": cosa è successo
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Una versione moderna ma giudicata "per adulti" del celebre racconto "La Bella e la Bestia" ha irritato l'Education Nationale francese che ha deciso di annullare l'ordine di 800.000 libri illustrati destinati agli scolari delle elementari. Lo ha denunciato l'autore della rivisitazione, Julien Berjeaux (noto come Jul), parlando di "decisione politica" e "censura" con "pretesti sbagliati".

La ministra dell'Education Nationale, Elisabeth Borne, ha spiegato che la versione dell'opera, rivisitata, non è "adatta a ragazzini di 10 anni". Jul era stato scelto per l'operazione annuale "Un libro per le vacanze" grazie alla quale 800.000 scolari di terza e quarta elementare hanno a disposizione un classico della letteratura francese rivisitato. Jul ha illustrato 'La Bella e la Bestia"' racconto tradizionale nella versione di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont del 1756. Uno dei momenti del racconto "rivisitato" che hanno più sollevato dubbi è quello in cui il padre della "Bella" beve "qualche bicchiere di vino".

Jul lo rappresenta nella sua versione ubriaco, con la bottiglia in mano, mentre canta a squarciagola. Nelle pagine del racconto versione rinnovata sono molto presenti cellulari e social network e tutto ciò non è andato a genio al ministero, che l'ha spiegato all'autore in una lettera firmata dalla direttrice generale dell'Insegnamento scolastico, Caroline Pascal. Secondo lei, il risultato finale dell'opera non consente "una lettura autonoma, a casa, in famiglia e senza accompagnamento dei professori per gli allievi di 10-11 anni". Secondo le autorità scolastiche "potrebbe suscitare diversi interrogativi fra i bambini che non troverebbero necessariamente risposte adatte".

Per Jul, l'autore, si tratta di "pretesti sbagliati e in parte non falsi invocati per giustificare una censura. Non stanno in piedi. La sola spiegazione sembra da ricercare nel disgusto di veder rappresentato un mondo di principi e principesse che assomiglia un pò di più agli scolari di oggi".

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