"Basta coi 15 secondi". Instagram rivoluziona le Storie

Gli utenti di Instagram potranno pubblicare Storie fino a 60 secondi in un unico video, cade quindi il taglio automatico ogni 15 secondi

"Basta coi 15 secondi". Instagram rivoluziona le Storie

Instagram sta rendendo disponibile a tutti gli utenti la possibilità di pubblicare Storie fino a 60 secondi di lunghezza senza l’intervento del taglio automatico dei video in parti da 15 secondi ognuna. Una rivoluzione che Meta ha spiegato con la volontà di migliorare in modo costante l’esperienza degli utenti. Meta, ossia il gruppo capitanato da Mark Zuckerberg e di cui fanno parte oltre a Instagram anche Facebook e WhatsApp, è alle prese con una metamorfosi.

Le Storie da 60 secondi

A dicembre del 2021 Instagram ha cominciato a testare la nuova formula delle Storie mediante un gruppo di utenti numericamente limitato, per poi espandere a tutti gli utenti la possibilità di produrne per una durata massima ininterrotta di 60 secondi invece dei 15 secondi abituali.

A una prima lettura sembra che Instagram voglia sovrapporre le modalità Stories e Reels che permettono la pubblicazione di contenuti. Lo scorso mese di giugno la durata dei contenuti Reels è stata ampliata da 60 a 90 secondi, permettendo così agli utenti di pubblicare video più lunghi e la politica adottata da Instagram è sembrata da subito chiara: i video sono il tipo di contenuto multimediale tra quelli che più attirano l’attenzione degli utenti (e di conseguenza degli inserzionisti) e promuovendone l’uso si incontrano i favori di entrambe le categorie.

Allungare la durata delle Storie può quindi restringere i confini con Reels ma, a pretendere l’attenzione, è la guerra in corso tra Instagram e TikTok che aveva spinto Meta a introdurre un feed molto simile a quello dell’app concorrente, sollevando le ire dei propri utenti fino al punto da decidere di ingranare la retromarcia. Eppure, il fenomeno TikTok non può essere osservato a distanza, perché guadagna terreno tra i giovani e attira il favore di inserzionisti e influencer distogliendo utenti e denaro dalle casse di Meta.

Adam Mosseri, a capo di Instagram, predica da mesi che la genesi dell’app è orientata ai video e tale resterà anche in futuro, ma la necessità di non frammentare le Storie ogni 15 secondi non colma la necessità di rimanere aderenti alla propria filosofia, sembra più intesa a fornire una comodità ulteriore agli utenti che non sono costretti a interagire con le Storie per poterle godere fino in fondo. Oppure, ma è soltanto un dubbio, per fare un passo in direzione di TikTok senza scatenare la rabbia degli utenti più puristi, Instagram si sta muovendo con maggiore discrezione ricalcandone le politiche di riproduzione dei video senza dare troppo nell’occhio.

Le difficoltà di Meta

Il 2022 non è un anno memorabile per le aziende FAANG (Facebook, Apple, Amazon, Netflix e Google), acronimo che racchiude il gota dei giganti del tech.

Tra le aziende che accusano di più il colpo c’è proprio Meta (Facebook) che sta investendo molto sul metaverso e che non può, a prescindere, permettersi il lusso di lasciare troppo spazio tra sé e i concorrenti diretti. TikTok si è rivelata un’app capace di dare preoccupazioni tanto a Instagram quanto ad Alphabet, essendo stato eletto motore di ricerca preferenziale per la generazione Z (i giovani nati tra il 1997 e il 2012).

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