Una notizia che ne contiene due. La prima, persino meno importante, è Side, un’Intelligenza artificiale creata da Meta (Facebook) capace di leggere le citazioni riportate sulle pagine di Wikipedia e certificarne la veridicità.
Side si appoggia su Sphere, un database che contiene i dati di 134 milioni di pagine web, creato da Meta per migliorare l’elaborazione del linguaggio naturale, ossia quello usato dagli esseri umani.
Le verifiche per il momento sono estese soltanto alle pagine Wikipedia scritte in lingua inglese e si tratta di un test, al cui proposito il sito TechCrunch fornisce una visione di insieme e specifica che ha ricevuto conferme, direttamente da parte di Meta, rispetto al fatto che non sta utilizzando Sphere o una sua versione sulle proprie piattaforme come Facebook, Instagram e Messenger, a loro volta alle prese con la disinformazione.
Va riconosciuta a Meta la volontà e la trasparenza: il modello di Intelligenza artificiale è open source e chi volesse può provarlo qui e (occorre un profilo utente Wikipedia) può essere prelevato da Github.
Lo scopo sarebbe nobile
Meta vuole insegnare alla tecnologia come capire il nostro mondo e, nel caso specifico delle citazioni riportate nelle voci di Wikipedia, sostiene di avere fatto passi avanti nel misurare la precisione delle citazioni stesse.
L’azienda di Menlo Park cita il caso in cui Side ha individuato e suggerito una miglioria apportabile alla pagina della Los Angeles Philharmonic sulla quale, in occasione della nomina del nuovo amministratore delegato avvenuta nel 2018, era riportato un link a un comunicato stampa ritenuto meno importante del post ufficiale pubblicato sul sito della medesima filarmonica.
Può sembrare una piccola cosa ma non lo è: non è un compito svolto da un umano ma da un modello di Intelligenza artificiale e, ancora prima, è un lavoro che un essere umano farebbe peggio e in tempi più lunghi rispetto a Side.
Ma il presupposto è ipocrita
I ricercatori di Meta intendono addestrare Side fino a poterla distribuire, espandendola quindi ad altre lingue e anche a immagini, video e dati.
Oggi Meta decide in modo pressoché autonomo in che modo applicare la censura ai contenuti pubblicati su Facebook e Instagram. Dire che rappresenta giuria, giudice e boia è inesatto, perché esiste un organo indipendente che può essere adito dagli utenti che ritengono di essere stati vittima di un’ingiusta censura. Organo che Meta co-finanzia ma che, in più di un caso, ha dato torto a Facebook.
L’ipocrisia, e questa è la seconda e più preoccupante notizia, sta proprio nel fatto che Meta vuole aumentare l’affidabilità di una risorsa importante per la rete quale è Wikipedia, che indubbiamente vive sia di attendibilità quanto di verificabilità aperta delle informazioni che riporta.
Il fatto che Meta si prefigga lo scopo di rendere più attendibile una risorsa diversa da Facebook, canale prioritario per le mezze verità e le notizie pilotate è fuori misura. Il Russiagate è un caso ancora irrisolto dal punto di vista formale, ma la facilità con cui forze avverse possano distorcere le informazioni non è né una novità né argomento in cerca di conferme. Ciò induce a credere che Meta, già censore indisturbato in casa propria, ora vuole assumersi il ruolo di esportatore di attendibilità su altre piattaforme.
Se è un’operazione di Soulwashing, un tentativo di lavarsi l’anima e appenderla ad asciugare nella speranza che ritorni intonsa, allora c’è da chiedersi quale rispetto abbia Meta per le capacità intellettive dei propri
utenti. Se invece è una reale candida intenzione di migliorare il rapporto (vicendevole) tra il nostro mondo e le tecnologie, allora occorre chiedersi se non ci sono al mondo entità migliori di Meta per portarla a termine.
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