Teheran - L'onda verde ha ripreso forza. I riformisti di Moussavi dopo la morte dell'ayatollah dissidente Montazeri stanno dando una prova di coraggio contro il regime di Ahmadinejad. Nuovi scontri oggi tra polizia e dimostranti oggi nella parte meridionale di Teheran. Un sito web dell’opposizione iraniana ha riferito che agenti in assetto anti-sommossa hanno attaccato l’edificio dell’agenzia di notizie Isna, dove avevano trovato rifugio alcuni manifestanti anti-regime.
Ancora attacchi a Teheran Secondo un sito web riformista la polizia antisommossa iraniana ha lanciato lacrimogeni per disperdere i sostenitori dell’opposizione che oggi hanno approfittato di una ricorrenza religiosa per cercare di rilanciare le proteste antigovernative nella Repubblica Islamica. "Forze di sicurezza ben equipaggiate si stanno scontrando violentemente con i sostenitori dell’opposizione in molte parti del centro di Teheran", riferisce il sito Jaras. Non è stato possibile trovare una conferma indipendente alla notizia, perché ai media stranieri è vietato coprire le proteste. Se confermata, la notizia degli scontri tra forze di sicurezza e manifestanti dell’opposizione durante un’importante ricorrenza sciita di due giorni proverebbe l’escalation della tensione in Iran, sei mesi dopo le contestate elezioni che hanno spinto il maggior produttore di greggio in una crisi politica. La polizia iraniana ha messo in guardia l’opposizione filo-riformista dal partecipare a manifestazioni in occasione dell’Ashura, la ricorrenza che oggi e domani ricorda il settimo anniversario del martirio di un nipote del Profeta Maometto.
Il lancio di lacrimogeni "La polizia sta lanciando lacrimogeni per disperdere la folla in piazza Imam Hossein, ma la gente resiste e intona slogan contro il governo", dice il sito Jaras. Lo stesso sito stamattina aveva detto che le forze di sicurezza hanno trattato "violentemente" i sostenitori dell’opposizione in differenti zone della capitale. Una testimone ha detto che i manifestanti si sono raccolti in gruppi in una strada principale del centro, per un tratto di diversi chilometri: "La polizia non consente loro di unirsi gli uni agli altri". La contestata rielezione a giugno del presidente Mahmoud Ahmadinejad ha provocato i più gravi disordini del Paese dalla Rivoluzione islamica del 1979. Le autorità respingono le accuse di brogli, e dicono che i disordini seguiti alle elezioni sono un tentativo, sostenuto da potenze straniere, di destabilizzare il Paese.
Ma nonostante gli arresti le proteste dell’opposizione non si sono mai completamente fermate. Le tensioni si sono riacutizzate dopo la morte una settimana fa di un religioso dissidente di primo piano, il Grande Ayatollah Hossein Ali Montazeri, che aveva 87 anni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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