Leggetela e rileggetela, più d’una volta. Fatela leggere a tutti i ragazzi, sportivi e non, o - meglio ancora - fate che siano i genitori a leggerla, perché la lettera che Roger Federer ha scritto a Rafa Nadal è una pergamena da custodire nel cuore e nella mente. Lì dentro c’è tutto: agonismo, competizione, ambizione, voglia di migliorarsi, di crescere, di non perdersi d’animo, fair play, rispetto e amicizia. Quest’ultima è solo una splendida cornice che tiene tutto. Un meraviglioso collante. Anche delle lacrime. Sì, perché questi due campioni hanno insegnato anche a non vergognarsi delle proprie emozioni, si sono stretti la mano e le hanno donate al mondo intero, senza paura, con una naturalezza e una genuinità che quasi stonano in un’era in cui mostrare sempre il meglio di sé soffoca la nostra autenticità.
Londra, Laver Cup 2022. Insieme nell’ultima partita dello svizzero. Stavolta dalla stessa parte del campo. Avversari di una vita prima, compagni di doppio quel giorno, amici per sempre. “Ci sfidavamo fino a quando non eravamo stremati e poi, a volte, dovevamo letteralmente sorreggerci l’un l’altro durante le cerimonie dei trofei". La fatica, il sudore, il desiderio di primeggiare sull’altro senza mai mancargli di rispetto, al contrario cercare la sua spalla una volta terminata la battaglia. L’essenza dello sport.
Che altro non è che lo specchio della vita: un concentrato di principi e valori sani che tutti dovremmo far propri anche se talvolta le ambizioni ce li fanno dimenticare. Nadal e Feder, due giganti sensibili, hanno messo in campo una grande lezione di vita per tutti.
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