Allarme bomba in Francia: chiusi cinque aeroporti regionali

Secondo giorno di allerta per gli scali d'Oltralpe. Già ieri erano stati chiusi dieci aeroporti dopo pesanti minacce ricevute via mail. Intanto l'Europa si blinda

Allarme bomba in Francia: chiusi cinque aeroporti regionali
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Ancora allarme bomba negli aeroporti francesi. Sono stati temporaneamente chiusi ed evacuati gli scali di Montpellier, Nantes, Bordeaux, Nizza e Lille, dove è atterrato oggi l’aereo presidenziale di Emmanuel Macron, per permettere agli artificieri di perlustrare e mettere in sicurezza gli edifici. L’allerta non è scattata a Parigi. È già il secondo giorno in cui le infrastrutture dell’aviazione civile d’Oltralpe vengono bloccate per timori di un attentato terroristico.

Ieri, una decina di aeroporti in tutto il Paese, tra cui Nantes, Tolosa, Strasburgo e Beauvais, hanno ricevuto pesanti minacce via mail e le autorità hanno deciso di chiuderli temporaneamente. Durante la giornata, alcuni hanno ripreso gradualmente a funzionare, permettendo anche ai passeggeri, rimasti chiusi sugli aerei per ragioni di sicurezza, di scendere e allontanarsi. Le forze dell’ordine non hanno trovato traccia di esplosivi.

Il timore di attentati di matrice islamica resta ancora molto alto, proprio nel giorno del funerale del professore di Arras barbaramente ucciso da un terrorista ceceno seguace di Allah. Mercoledì 18 ottobre, la reggia di Versailles è stata evacuata tre volte e l'allarme è suonato anche oggi. Domenica 15, il museo del Louvre è stato chiuso e sgomberato dopo aver ricevuto delle minacce anonime. I livelli di pericolo si sono ulteriormente alzati dopo l’attacco terroristico a Bruxelles di lunedì 16 ottobre, in cui un estremista musulmano tunisino ha ucciso a colpi di fucile due cittadini svedesi. Un gesto, il suo, molto probabilmente collegato al conflitto in corso tra Israele e Hamas.

Proprio il continuo esacerbarsi del conflitto nella Striscia di Gaza ha spinto i Paesi europei a blindare le proprie frontiere. Francia, Norvegia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia hanno sospeso il trattato di Schengen sulla libera circolazione. Svizzera e Austria le hanno seguite, preoccupate dall’aumento di irregolari in arrivo sulle nostre coste.

L’Italia ha deciso di chiudere il confine con la Slovenia, che a sua volta sarebbe in procinto di riattivare i controlli con Ungheria e Croazia.

"Non abbiamo rischi di attentati nel nostro Paese, ma non possiamo abbassare la guardia, anzi la alziamo proprio per la prevenzione e per proteggere i siti, in particolare quelli frequentati da cittadini di religione ebraica, per impedire che ci siano azioni violente", ha affermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Abbiamo temporaneamente chiuso Schengen solo al confine con la Slovenia, per evitare che arrivino terroristi in Europa attraverso la rotta balcanica".

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