"Sperimentazione per la gestione poliziesca". La rivendicazione degli attentatori ai treni francesi

Toni e argomenti da estema sinistra e anarchia sono ciò che caratterizza la lettera di rivendicazione del sabotaggio dell'alta velocità nel giorno dell'inaugurazione delle Olimpiadi

"Sperimentazione per la gestione poliziesca". La rivendicazione degli attentatori ai treni francesi
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La Francia è tornata lentamente alla normalità dopo il blocco a tutte le sue linee ferroviarie ad alta velocità nel giorno dell'inaugurazione delle Olimpiadi di Parigi 2024. Un danno enorme, sia economico sia di immagine, per la città, che è stato rivendicato da "una delegazione inattesa". Così si firmano i sabotatori che, secondo le indagini ancora in corso, sono soggetti legati agli ambienti dell'estrema sinistra e agli anarchici. Noi de il Giornale abbiamo avuto modo di leggere la rivendicazione completa, che i gruppi d'azione hanno inviato ad alcune redazioni francesi qualche giorno dopo gli attacchi. A differenza di quanto avviene di solito, stavolta il gruppo vuol rimanere anonimo e questo è un elemento nuovo nel modus operandi, tanto che dalla Francia si ipotizza che dietro l'attacco possa esserci una longa manus.

"La chiamano festa? Noi ci vediamo una celebrazione del nazionalismo, una gigantesca messa in scena dell’assoggettamento delle popolazioni da parte degli Stati", esordiscono nella loro rivendicazione nella quale viene portata avanti una teoria secondo quale le Olimpiadi sarebbero "un campo di sperimentazione per la gestione poliziesca delle folle e il controllo generalizzato dei nostri movimenti". Nonostante le Olimpiadi siano una tradizione classica, che mette le radici nella notte dei tempi, a loro dire sono "l’occasione per venerare i valori che fondano il mondo del potere e del denaro, della competizione generalizzata, del rendimento a tutti i costi". Gli spunti anarchici emergono quando i rivendicatori criticano i valori "del sacrificio per l’interesse e la gloria nazionale".

La Francia viene contesta come entità coloniale, colpevole di usare la sua "panoplia repressiva anche per affrontare la propria popolazione" e "finché esisterà, lo Stato non smetterà mai di usarla per combattere coloro che sfidano la sua autorità". Ciò che emerge è una implicita volontà di abbattere lo Stato, un desiderio di anarchia che passa anche dall'indebolimento dei suoi apparati e delle sue sicurezze. Perché attaccare la ferrovia Tgv? Perché, scrivono, il treno è un mezzo per privilegiati che possono spostarsi velocemente, "un mezzo per la colonizzazione di nuovi territori, un passo preliminare per la loro devastazione e un percorso ben tracciato per l’estensione del capitalismo e del controllo statale". Quest'ultra sinistra anarchica, che è rappresentata anche al parlamento europeo da soggetti come Ilaria Salis, aborra la transizione energetica e nel documento di rivendicazione degli attentatori viene presa di mira la corsa alle componenti per la realizzazione delle batterie per i veicoli elettrici. Si accusa Renault, una delle più importanti industrie automobilistiche francesi, di "fornire una coscienza pulita agli ecologisti delle metropoli a scapito delle vite sacrificate" nelle miniere di estrazione del litio.

"Che dunque oggi risuonino, attraverso il sabotaggio delle linee TGV che collegano Parigi ai quattro angoli della Francia, il grido 'donna, vita, libertà' dall’Iran, le lotte degli amazzonici, i 'fotti la Francia' che provengono dall’Oceania, il desiderio di libertà che giunge dal Levante e dal Sudan, le battaglie che continuano dietro i muri delle prigioni e l’insubordinazione dei disertori del mondo intero", scrivono gli attentatori. Un passaggio ancor più pretestuoso, questo, considerando che la lotta delle donne iraniane per la libertà in Europa viene soffocata dagli stessi fiancheggiatori di questi gruppi in nome dell'inclusione a tutti i costi.

Chi ha organizzato il sabotaggio conclude dichiarando che quanto accaduto è ancora poco "se paragonato a quell’evento al quale desideriamo partecipare e che auspichiamo con tutto il cuore: il crollo di un mondo basato sullo sfruttamento e sul dominio". Solo allora, chiosano, "avremo qualcosa da festeggiare".

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