Roma - Nessuna norma di legge, spiega il ministero della Welfare in una nota, "abilita il Comune a gestire il servizio relativo alle dichiarazioni anticipate di trattamento". I registri avviati sono quindi da ritenere "non legittimi". Ai Ministeri, si spiega ancora nella nota che annuncia la circolare firmata dai tre ministri Fazio, Sacconi e Maroni, sono giunte alcune richieste di parere, formulate dai Comuni, proprio sulla possibilità che gli stessi possano istituire appositi registri per raccogliere le dichiarazioni anticipate di volontà, per i trattamenti medici che ciascun cittadino intenda ricevere o rifiutare nelle situazioni in cui perda la capacità di esprimere una propria volontà In linea generale, il ministero fa notare che la materia del "fine vita" rientra nell’esclusiva competenza del legislatore nazionale e non risulta da questi regolata. "L’intervento del Comune in questi ambiti appare pertanto esorbitante - spiega il ministero - rispetto alle competenze proprie dell’ente locale e si traduce in provvedimenti privi di effetti giuridici. I registri istituiti presso pubbliche amministrazioni rispondono alla preminente finalità di attribuire certezza giuridica a specifiche situazioni (provenienza e data di deposito di un determinato documento, dati identificativi di una persona, ecc.)". È l’articolo 117 della Costituzione ad assegnare la competenza legislativa esclusiva dello Stato l’ordinamento civile e specificatamente le materie, tra l’altro, di stato civile e anagrafi. Il Comune gestisce, per conto dello Stato e tramite il Sindaco, nella sua qualità di ufficiale di governo, solo i servizi elettorali, di stato civile e di anagrafe. Nella nota si auspica anche "una legge dello Stato" perchè vengono implicate anche altre materie come la tutela della salute, della famiglia e della privacy, nell’ambito delle quali il Comune "non può certamente agire in assenza di una disciplina statale che ponga principi e definisca la competenze di vari soggetti pubblici coinvolti".
Il plauso della Chiesa "Hanno fatto bene" i ministri Roberto Maroni, Ferruccio Fazio e Maurizio Sacconi, perchè "i Comuni non hanno alcuna competenza di accogliere liste di biotestamenti finchè non c’è una legge" che lo prescriva. Lo afferma il neo-cardinale Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita commentando la circolare con cui il governo ha definito senza valore i registri comunali sul biotestamento.
Le iniziative di alcuni Comuni nascevano piuttosto, ha aggiunto Sgreccia, da "una forma di pressione ma è inutile affogare i Comuni di questo compito: hanno ben altri problemi come far vivere la gente e procurare il lavoro e non farla morire".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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