In "tour" da Città di Castello a Citerna. Luca Signorelli si riprende la sua Valle

Oltre 20 musei e 11 comuni per celebrare i 500 anni dalla morte del maestro

In "tour" da Città di Castello a Citerna. Luca Signorelli si riprende la sua Valle
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«Fu Luca persona d'ottimi costumi, sincero et amorevole con gl'amici, e di conversazione dolce e piacevole con ognuno, e soprattutto cortese a chiunche ebbe bisogno dell'opera sua e facile nell'insegnare a' suoi discepoli...», così Giorgio Vasari descrive Luca Signorelli, elegante e generoso pittore rinascimentale, allievo modello di Piero della Francesca e capace di decorare la sagrestia della Sacra Casa di Loreto, di aiutare Perugino nella Cappella Sistina, di firmare la pregevole Pala di Sant'Onofrio nel Duomo di Perugia e una maestosa Annunciazione a Volterra, senza dimenticare i toccanti dipinti per l'Abbazia del Monte Uliveto e la drammatica cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto.

Già protetto e apprezzato dai Medici, Luca Signorelli sceglie Città di Castello (e ne diventa cittadino onorario nel 1488) quale città d'elezione ed è qui, cullato dal clima e dai favori dell'Alto Tiberino zona magica, si perdoni il salto di secoli, anche per Alberto Burri, maestro dell'Informale - che realizza alcuni dei suoi capolavori, tra cui l'Adorazione dei Magi, ora al Louvre e l'Adorazione dei pastori, nella collezione della National Gallery di Londra. È a Città di Castello che, benvoluto dai signorotti locali, firma anche una serie di ritratti che gli permettono la vita agevole di cui parla Vasari e ne alimentano la fama nel Centro Italia. Le coordinate spazio temporali (fine del '400, Alto Tevere) sono le medesime del giovane Raffaello, ma i due non si incontrano mai.

A cinquecento anni dalla morte di Luca Signorelli «una mostra in valle» si adopera per farne conoscere il talento, anche in rapporto al più noto Raffaello: fino al 31 dicembre La valle di Signorelli, un tour a regola d'arte che attraversa nove comuni, una diocesi e coinvolge oltre venti strutture museali dell'Alto Tevere Umbro, permette di ammirare undici opere del maestro rinascimentale e della sua scuola a biglietto ridotto (info su www.rimaltotevere.it). Se Signorelli in questo lembo d'Umbria trovò una seconda patria (dopo la fuga da Firenze, in seguito alla caduta degli amici Medici), qui ritrovò anche fiducia nelle sue capacità artistiche. Lo comprendiamo nella mostra che si muove tra Città di Castello, Umbertide, San Giustino, Citerna Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, Lisciano Niccone: in questo progetto ampio quanto una vallata troviamo le sue undici committenze locali rimaste, tra cui la Pala di San Sebastiano a Città di Castello, il ciclo di affreschi del piccolo oratorio di San Crescentino e l'intensa Crocifissione commissionata dalla Confraternita della Santa Croce che si trova a Umbertide, senza tralasciare i tanti allievi che Luca Signorelli formò nella sua permanenza sul territorio (e le cui opere possiamo vedere, ad esempio, nel duomo di Citerna). In zona gli anniversari tondi portano bene: il Perugino, con la grande mostra da poco conclusa alla Galleria Nazionale dell'Umbria per i 500 anni dalla morte, ha suscitato una rinnovata attenzione del pubblico per il suo nome e per la sua mano sopraffina.

Una sorte simile spetterebbe a Luca Signorelli, nato a Cortona come Luca d'Egidio di Ventura, morto ultraottantenne cadendo da un ponteggio su cui si era issato per decorare una chiesa della sua città natale, a lungo ritenuto un mero precursore di Michelangelo e invece artista dotato di una peculiarità ancora tutta da valorizzare.

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