Traffico rifiuti tossici: 10 arresti in Lombardia

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, falsità documentale e riciclaggio. A capo dell'organizzazione un campano legato alla famiglia siciliana di Giuseppe Onorato

Traffico rifiuti tossici: 
10 arresti in Lombardia

Milano - I carabinieri hanno stroncato un traffico di rifiuti tossici pericolosi che operava in Lombardia. Dalle prime ore di oggi sono in corso dieci provvedimenti restrittivi, una quarantina di perquisizioni: poste sotto sequestro sette aziende, e decine di mezzi,  aree ed impianti di stoccaggio di rifiuti. Gli ordini di custodia cautelare sono stai emessi dal gip Nicoletta Guerrero, su richiesta del pm Sabrina Ditaranto del tribunale di Busto Arsizio (Varese).

Le accuse Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, falsità documentale e riciclaggio. A capo dell'organizzazione un campano legato alla famiglia siciliana di Giuseppe Onorato, più volte arrestato (l'ultima nel luglio 2008) per riciclaggio in Lombardia di denaro appartenente ad alcune cosche mafiose. Tra gli indagati figurano anche i vertici locali di alcuni istituti bancari compiacenti.

Il deposito mezzi e la cartiera L'organizzazione, secondo quanto accertato dai carabinieri, operava attorno ad un sito di Fagnano Olona (Varese), noto come "La Valle", formalmente adibito a ricovero di mezzi, ma di fatto utilizzato illecitamente come base di stoccaggio e trattamento di rifiuti pericolosi. Coinvolti nell'inchiesta i membri della famiglia di Salvatore Accarino, che avrebbe coordinato la gestione dei rifiuti provenienti dalla bonifica della cartiera "Fornaci" di Fagnano Olona. A quanto pare si tratterebbe soprattutto di terre contaminate da idrocarburi e metalli pesanti.

Riciclaggio I guadagni frutto del traffico illecito di rifiuti sarebbero stati riciclati acquistando mezzi e attrezzature da impiegare nelle società collegate all'organizzazione, oppure partecipando alle aste pubbliche, attraverso prestanomi, per riacquistare immobili che in passato erano stati pignorati alla famiglia Accarino. Salvatore Accarino, creando diverse società intestate a prestanome, dirigeva l'organizzazione, raccogliendo rifiuti speciali pericolosi e non dalle varie realtà industriali lombarde, soprattutto opifici, e anziché trasferirli in luoghi autorizzati, li avrebbe trasferiti nella "Valle" e in altri siti non autorizzati. 

I favori delle banche Secondo quando accertato Accarino poteva disporre di parecchio denaro e numerosi conti correnti bancari intestati a società e persone a lui vicine.

Nonostante il suo status di pluriprotestato, che impediva, di fatto, la titolarità dei depositi, Salvatore Accarino sarebbe stato sistematicamente favorito dai direttori e impiegati di banca di alcuni istituti di credito nelle province di Verbania, Varese e Milano. 

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