Roma - L’exit strategy deve essere disegnata dai politici e non dalle banche. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, intervenendo alla conferenza dell’Aspen Institute Italia sul dopo crisi. "Io credo - ha spiegato - che l’enorme quantità di debito pubblico e i rischi connessi alle cosiddette exit strategy, che te la dicono così ma in realtà pensano all’inflazione, sono tutti rischi politici molto forti e per gestire questa fase non credo che devi affidarti ai banchieri ma alla politica e ai politici saggi". "Credo - ha sottolineato ancora Tremonti - che considerando quanto non sarà facile gestire la exit strategy con lo stock del debito pubblico, il rischio inflazione, l’enorme massa di debito pubblico, un mondo che è convinto di gestire con la testa e la cultura dei banchieri va a sbattere": servono regole ed etica "superiori a quelle delle banche".
Nuove regole per entrare nel nuovo secolo "Non si può entrare nel nuovo secolo con i mezzi del vecchio". Tremonti ha sottolineato che "non si può avere un’economia globale e il diritto che resta locale, pieno di buchi nei quali si mettono tutti quelli che si approfittano e speculano".
"La nostra idea - ha ribadito il ministro dell'Economia - che le regole debbono essere globali si sta facendo strada". Per il ministro, "o le regole sono capite e condivise dai popoli o stiamo solo preparando la prossima crisi.
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