
Sulla targa in memoria di Sergio Ramelli, non c'è più scritto solo «in ricordo dello studente ucciso» (come nella precedente). Ma «ucciso per le sue idee» e sopra c'è il logo del Ministero dell'Istruzione. Da ieri l'insegna è appesa nella biblioteca dell'Istituto Molinari, la scuola frequentata dal diciottenne Sergio.
Sottosegretario Paola Frassinetti, lei che è stata amica di Ramelli e con lui ha condiviso le battaglie politiche di quegli anni, quale accoglienza ha avuto la targa?
«Prima di entrare a scuola siamo stati accompagnati dallo slogan fascisti carogne tornate delle fogne, francamente disarmante, un revival che non sentivo da tantissimi anni».
Lo hanno gridato gli studenti della scuola?
«No, solo un gruppetto di persone al di fuori dell'istituto».
Dentro invece?
«Clima rispettoso anche se gli studenti non ci hanno chiesto della violenza di quel periodo. Ero con il ministro Valditara e ci hanno posto solo questioni didattiche».
È stato difficile far approvare questa targa?
«Ci è stato detto che il Consiglio di istituto aveva formalizzato un diniego: non era piaciuto che siano specificate le ragioni dell'uccisione (per le sue idee), ma il no non è mai arrivato direttamente. E quindi ora la targa c'è».
Ma non nell'atrio.
«Lo avevamo chiesto perché ci pareva più visibile, ci hanno risposto che la biblioteca è un luogo di cultura e poi che lì c'era anche la precedente».
Qualche timore, forse?
«Dopo 50 anni i timori non hanno senso: dove se non nelle scuole si dovrebbe ricordare cosa sono stati gli Anni di piombo e commemorare i morti di destra e di sinistra?».
Lei porterà i fiori a Fausto Tinelli e Iaio (i due studenti di sinistra uccisi nel 1978)?
«Come sempre, il 18 marzo».
Cosa sono stati quegli anni?
«C'era intolleranza, chi professava un pensiero diverso veniva segnalato. A Sergio appesero il tema in corridoio, a me al Carducci presero il diario».
Per sbeffeggiarvi?
«Per isolarci e indurci ad abbandonare le scuole pubbliche, la politica doveva appartenere solo a loro di sinistra».
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