Domenica 8 dicembre Chiara Tramontano è stata ospite a Verissimo nel salotto di Silvia Toffanin. La sorella di Giulia Tramontano, uccisa al settimo mese di gravidanza da Alessandro Impagnatiello, ha aperto il suo cuore, svelando come sta affrontando questo momento di grande dolore insieme alla sua famiglia. È recente la notizia della condanna all’ergastolo per Impagnatiello e, a questo proposito, Chiara ha commentato: “Una giusta sentenza, che porta a tirare un sospiro di sollievo dalla paura di incontrarlo. Per un momento pensi che l'asse della giustizia sia finalmente tornato al suo posto, che il male sia chiuso dietro le sbarre. Ma anche pensando che la persona che ha ucciso mia sorella non ha più una vita, questo non lenisce il dolore. Trovo assurdo quello che è successo a mia sorella”.
Chiara Tramontano su Impagnatiello
“Raramente lo definisco uomo, non so come il concetto di umanità possa essere associato a una tale persona”, ha commentato la giovane Chiara. Poi ha aggiunto: “C'è un distacco totale tra il concetto che noi abbiamo di persona e ciò che questo individuo è stato verso mia sorella. Quando vedo le immagini mi chiedo perché sia capitato a me. So di non essere la sola sorella che soffre in Italia, ma non so come sia possibile che l'anima di mia sorella, una persona così sensibile, non abbia potuto vedere il male che c'era nell'uomo con cui stava”. Infine, parlando della sorella Giulia, ha aggiunto: “Credo sia il problema delle persone sensibili, di pensare troppo agli altri e poco a se stesse”.
Il dolore della famiglia di Giulia
Chiara, nel salotto di Canale 5, ha raccontato come ha vissuto le ore in cui Giulia non si trovava. Se da una parte, infatti, lei era rientrata dall’estero (dove viveva) in Italia, con la speranza di ritrovarla, dall’altra, il padre era convinto di un tragico epilogo: “Non credo che qualcuno pensi nella vita possa succedere una cosa così. Quando ho saputo che mia sorella fosse scomparsa per 24 ore, non essendoci segni di una violenza domestica, di un rapporto morboso con segni di precedente violenza, non ho mai pensato fosse stata uccisa. Ho pensato che fosse esausta, di questa gravidanza non condivisa, questo continuo tentennare di lui di volere o no questo bambino. Credevo si fosse rintanata nel pensare a se stessa. Ho anche temuto, essendo una persona fragile, che potesse farsi del male. Mai avrei pensato potesse diventare vittima di femminicidio”. Quindi, ha proseguito: “Mio padre, invece, lo aveva capito. Non aveva dubbi rispetto al fatto che non fosse scomparsa volontariamente, perché non lo avrebbe fatto senza avvertire. Io invece per tre giorni ho avuto la speranza che fosse così. Ho sognato che mi chiamasse, che ci diceva di andarla a prendere. L'ho sperato e sognato, ma i sogni hanno una fine”.
A proposito del dolore della sua famiglia, Chiara ha spiegato: “Non sono una madre, ma credo che quando perdi un figlio, non c'è più una risposta alla domanda ‘come stai?'. La vita diventa un alternarsi tra giorno e notte. Sono fragili, insicuri, hanno bisogno di essere spronati. La loro vita è finita, sono dei grandi genitori e non credo che meritassero questo”.
Il rapporto con Impagnatiello
A colloquio con Silvia Toffanin, Chiara ha rivelato di non aver mai avuto un grande rapporto con Impagnatiello, ma di aver comunque provato a mettere in guardia la sorella: “Non lo conoscevo bene come si dovrebbe conoscere il compagno di tua sorella. Ha pesato la mia condizione lavorativa, ero all'estero durante il Covid quando si sono conosciuti”. Tuttavia, per Chiara non ci sono dubbi, lui aveva alzato un muro: “Avevo intenzione di avvicinarmi, ma penso lui avesse alzato il muro nei miei confronti, perché sono una persona che ha ben chiaro come una relazione debba essere. Io avevo messo in guardia mia sorella dalle sue bugie. Lei mi aveva raccontato che da questa localizzazione avesse rinvenuto che lui si spostava verso luoghi che non avevano a che fare col suo lavoro. Mi chiamò, esausta, premettendo che sapeva mi sarei arrabbiata perché non mi piaceva come persona”.
E ancora: “Mi elencò quegli indizi che aveva captato di una relazione extraconiugale. Poi lui aveva confessato di avere un'altra relazione, cosa che era avvenuta mentre era incita, portando mia sorella a dubitare di avere una gravidanza. Poi aveva cambiato idea, perché nel parlare con la sua famiglia e esplicitare i suoi dubbi, la mia famiglia le aveva mostrato totale supporto. Lo farebbe chiunque, d'altronde”. Poi, le parole più dolorose: “Qualche giorno prima della sua morte, era stata consegnata la cameretta per il bambino. Non ho mai voluto vederla. L'abbiamo donata e speriamo che sia un luogo felice per un bambino”.
La vita di Chiara oggi
“Non sono scappata, ma mi sono data una possibilità, quella di stare in un paese che conoscesse prima me e poi la mia storia”, ha detto Chiara che oggi ha deciso di vivere la sua vita lontana dall’Italia, in Olanda. Tuttavia, ci tiene a precisare: “Anche se l'Italia è stata gentile con me, abbiamo avuto il supporto della comunità, anche dei giornalisti. Ma se vuoi ricominciare la tua vita e vuoi che il tuo nome sia anche associato all'idea di avere una carriera, devi ricominciare socialmente. È stata dura, ma se non fossi andata in Olanda, oggi non avrei avuto tanta forza per affrontare il processo e seguire gli step burocratici di questi anni. Mi manca molto la mia famiglia, ma non ho intenzione di ritornare”.
Infine, il momento più toccante dell’intervista, quando la padrona di casa le ha chiesto in che modo vorrebbe ricordare oggi Giulia: “Vorrei che un giorno, se ci fosse una ragazzina sedicenne che si approcci all'amore, che venisse raccontata la sua storia, una donna che ha combattuto per sapere la verità, che non ha avuto paura di tornare in casa sua per fare
le valigie. Una donna uccisa, che è morta per aver creduto che la sua vita potesse ricominciare. Vorrei fosse lo sprone per una donna che crede di non avere più opportunità di amare, di andare avanti e ricominciare”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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