Sanremo, seri problemi per "Creuza de ma" cantata da Bresh e Cristiano De Andrè: cosa è successo

Tra microfoni che non andavano o che si staccavano ci sono voluti ben tre tentativi perché la cover di Fabrizio De Andrè venisse eseguita nella maniera migliore possibile nella serata dei duetti al Festival

Sanremo, seri problemi per "Creuza de ma" cantata da Bresh e Cristiano De Andrè: cosa è successo
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Prima l'audio che non funzionava, poi il microfono personale che si sgancia, con tanto di tecnico che è costretto a invadere il palcoscenico del teatro Ariston per aggiustare rapidamente la situazione: il duetto a Sanremo 2025 di Bresh e Cristiano De Andrè si trasforma in una serie di intoppi uno dietro l'altro, contribuendo (parzialmente) a "rovinare" quello che in realtà si stava rivelando una buona esibizione di "Creuza de ma", storico brano in dialetto ligure portato al successo da Fabrizio De Andrè nel 1984 e contenuto dell'omonimo album uscito più di quarant'anni fa. E così la penultima cover andata in scena nella quarta serata ha lasciato un po' di amaro in bocca.

E pensare che Carlo Conti aveva, di fatto, anticipato quello che sarebbe accaduto poco più tardi. Nel momento in cui stava annunciando l'interpretazione della canzone, infatti, il direttore artistico della 75esima edizione del Festival della canzone italiana non era convintissimo di quello che stava succedendo dietro le quinte: "C'è un problema con gli ear monitor? Tutto a posto", chiedeva il conduttore fiorentino all'assistente di studio. Per poi aggiungere: "Mi stanno facendo gesti diversi: da una parte uno mi dice sì, dall'altra invece no". Bresh e De Andrè si accomodano sulle sedie predisposte in mezzo al palco per cantare, tant'è che Conti cerca ancora conferme: "Funziona tutto? È tutto a posto? Perfetto. Codice 25!".

In realtà non era c'era assolutamente nulla di perfetto. Lo si intuisce dopo circa una trentina di secondi. Cristiano De Andrè esegue da solo le prime due strofe di "Creuza de ma"; dopo di che, quando tocca a Bresh, ci si accorge immediatamente che l'audio del microfono di quest'ultimo non era stato acceso. E così il passaggio del testo "E 'nt'a cä de pria chi ghe saià, int'à cä du Dria che u nu l'è mainà, gente de Lûgan facce da mandillä, qui che du luassu preferiscian l'ä" viene difatto eseguito a mo' di pesce. L'orchestra interrompe l'esecuzione, Conti rientra precipitosamente sull'Ariston ed esclama: "Scusate, scusate... c'è un piccolo problema tecnico che risolviamo subito. Così la risentiamo... così è ancora più bello ripartire da zero".

E invece no: ripartire da zero non è stato assolutamente "più bello". Sì, questa volta il sonoro di Bresh funziona regolarmente. Tuttavia, a un certo punto, si stacca il filo che collega la chitarra di De Andrè. In regia si scatena nuovamente il "panico": un tecnico entra di corsa per raccogliere il pezzo mancante e ricollegarlo al posto giusto. Bresh si alza in piedi e "improvvisa" un momento in solitaria dove, in qualche modo, chiede anche il sostegno del pubblico in platea. Il volto di Cristiano è visibilmente contrariato, ma questa volta "the show must go on".

Le peripezie frenano il pathos che si era creato a Sanremo e rovina un po' la festa dedicata al grande Fabrizio. Soltanto a fine serata la terza esibizione è stata quella giusta: un record (forse) nella storia del Festival.

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