Unione forense: bene la legge anti-stupro, ora il tribunale per la famiglia

Convegno a Roma sulla violenza sessuale contro le donne, all'indomani dell'approvazione delle nuove norme del decreto sicurezza

Il convegno era organizzato da tempo, ma il momento politico lo rende di particolare attualità. Proprio all'indomani della conversione in legge del decreto sicurezza con le norme anti-stupro e contro lo stalking si svolge, infatti, a Roma l'incontro su «La violenza sessuale contro le donne: profili normativi e giurisprudenziali», voluto dall'Unione forense per la tutela dei diritti dell'uomo.
Doveva aprirlo il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ma era impegnato a L'Aquila per il consiglio dei ministri e ha inviato un messaggio, sottolineando l'interesse dell'incontro: «La violenza contro le donne - dice- e in specie la violenza sessuale costituiscono comportamenti non tollerabili oltre in un moderno Stato di diritto. Per quanto di competenza del Ministero della giustizia rappresento fin d'ora che sarà mia intenzione avvalermi di ogni buon suggerimento, sia di carattere normativo che di tipo organizzativo, proveniente dall'odierna riflessione e di tali spunti mi farò promotore presso il governo e presso ogni articolazione istituzionale in grado di rappresentare gli interessi delle vittime di tali esecrabili violenze».
Antonio Giulio Lana, del direttivo dell'Unione forense, ha dato un giudizio positivo sulle nuove normne approvate il giorno prima dal parlamento, ma ha anche sollecitato altri interventi:bene l'inasprimento delle pene per i reati di violenza sessuale e l'introduzione del reato di stalking, ora però mancano l'istituzione di un tribunale della famiglia e un'opera di prevenzione culturale contro la violenza sulle donne.
Lana ha commentato favorevolemente la nuova norma che porta a un anno l'ordine di protezione per le vittime di violenze familiari, anche se ha osservato che «manca ancora un coordinamento generale di questa normativa che solo l'istituzione di un tribunale della famiglia potrebbe attuare».
Per Vito Mazzarelli, vice presidente dell'Associazione, «se è vero che i reati sessuali sono in aumento, occorre stigmatizzare duramente ogni aspetto di una mentalità che considera quasi normali la violenza all'interno dei rapporti familiari e tra uomo e donna. Soprattutto tra i giovani occorrerebbe fare campagne di prevenzione».
Più critica la posizione del presidente della Corte d'appello di Roma, Giorgio Santacroce, secondo cui in tema di violenza sessuale non serve innalzare le pene, «ma applicare quelle esistenti giustamente calibrate e farle scontare».
Santacroce teme, inoltre, che l'emergenza stupri si trasformi in questione razziale e sostiene che l'innalzamento delle pene «non ha mai fermato nessuno, ma ha solo selezionato una criminalità più preparata». Quindi, secondo il presidente della Corte d'appello, «bisogna puntare alla prevenzione».
Mario Lana, presidente dell'Unione forense per la tutela dei diritti dell'uomo, sostiene « Oggi che il dl sicurezza è legge intendiamo sviluppare una dettagliata analisi dei provvedimenti entrati in vigore in materia di violenza sulle donne. È un'occasione unica di fare chiarezza sulla normativa penale sulla violenza sessuale e su quella civile relativa agli ordini di protezione».
Guica Mulliri, consigliere della Corte di Cassazione, parla dell'evoluzione della giurisprudenza sulla violenza sessuale che rappresenta anche un cambiamento di mentalità. E sottolinea come molto spesso, in passato, siano state sottovalutate le violenze sulle donne da parte di familiari, anche mariti, e di conoscenti per un malinteso concetto del «consenso». Per molto tempo ha anche pesato il «comportamento seduttivo» della donna, a partire dal suo abbigliamento, e solo recentemente la giurisprudenza ha affermato che esso non comporta, di per sè, alcuna disponibilità sessuale e che il consenso va sempre accertato. Si è anche arrivati a stabilire che è possibile una vioelnza sessuale anche se un rapporto inizia consensualmentema poi, magari per le modalità con le quali prosegue, può comportare l'opposizione della parte più debole. La Cassazione, ha spiegato la Mulliri, ha anche sottolineato che ci può essere reato sessuale anche senza contatto fisico, disancorando questo tipo di violenze dalla mera corporalità. «La giurisprudenza sulla attendibilità della vittima - ha presoguito il magistrato- è recente. Forse, perchè finalmente l'attenzione si è spostata sulla persona offesa e si è capito che dev'essere ascoltata con molta attenzione, É infatti, molto spesso l'unica testimone del fatto, ma questa circostanza non toglie nulla alla sua attendibilità. E neppure si dovrebbe metterne in dubbio le affermazioni solo in base a contraddizioni su particolari di poco conto, visto che bisogna considerare il particolare stato emotivo in cui si trova la vittima».


Il seminario, al quale sono intervenuti anche i docenti Andrea Saccucci della Seconda università di Napoli e Antonietta Confalonieri dell'ateneo Carlo Bo di Urbino, era dedicato alla memoria di Tina Lagostena Bassi, cofirmataria della legge del 1996 con la quale la violenza sessuale è stata intesa come delitto contro la libertà della persona e non più come delitto contro la moralità pubblica e il buon costume. Nel nome l'Unione forense ha anche istituito un premio rivolto alle persone che si sono distinte nel campo della difesa dei dirittidelle donne con la loro attività professionale e il loro impegno civile.

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