Vaticano, restaurata la lettera con la richiesta di divorzio di Enrico VIII al Papa

La missiva, scritta dai Pari d'Inghilterra, era indirizzata a Clemente VII per chiedere l'annullamento delle nozze con Caterina D'Aragona per unirsi con Anna Bolena, madre di Elisabetta I. Il no del Papa diede origine allo scisma tra Chiesa cattolica e Chiesa Anglicana

L'archivio segreto vaticano ha restaurato ed esposto ieri per la prima volta al grande pubblico, in una sua duplicazione ad alta definizione, la lettera con la quale i lord inglesi chiesero a papa Clemente VII di annullare le nozze del re Enrico VIII con Caterina d'Aragona. Il documento, che si chiama ufficialmente «Lettera dei pari di Inghilterra al pontefice Clemente VII per perorare la causa di annullamento di matrimonio fra Enrico VIII e Caterina d'Aragona» è considerato alla base della rottura della chiesa inglese con quella di Roma, uno scisma che ha profondamente cambiato la storia del Regno d'Inghilterra e insieme quella dell'Europa. La rottura fu in realtà l'epilogo del lungo dibattito con la Chiesa cattolica riguardo all'autorità di Roma sul popolo inglese, e la decisione di Enrico VIII di divorziare fu l'ultimo pretesto in una battaglia politico-teologica tra Londra e il Vaticano.

Lo scorso 4 aprile il prezioso documento fu anche al centro di una querelle tra il Vaticano e il Times. Secondo l'autorevole quotidiano britannico lo scorso 20 aprile Benedetto XVI aveva donato al principe Carlo d'Inghilterra e alla consorte Camilla, una copia della richiesta di divorzio di Enrico VIII. Il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, inviò una lettera di smentita al direttore della esizione online del quotidiano, nella quale definì la notizia «completamente falsa e senza alcuna base di fatto» e chiedendo una smentita «immediata e non ambigua».

Un'altra lettera di Enrico VIII alla futura seconda moglie Anna Bolena, riscoperta di recente, fece molto scalpore. La missiva, anch'essa conservata per cinque secoli negli archivi vaticani, è da poco in mostra alla British Library di Londra. Nella lettera il re seduttore mostra un lato romantico dicendo a Anna della sua «intenzione immodificabile» di sposarla. Enrico VIII, dissero allora gli esperti, la scrisse in francese probabilmente nel gennaio 1528, e in essa prometteva alla Bolena: «Il mio cuore sarà dedito a te sola», e poi si scusava per averle fatto pensare che sarebbe rimasta solo un'amante. Anna resistette per un certo periodo alle avances del re, consapevole della sua fama di «sciupafemmine». Ma quando la lettera fu scritta, la donna «aveva fatto umile sottomissione» alle richieste del sovrano, che scrive: «La dimostrazione del vostro affetto è tale, e le parole delle vostre lettere sono così cordiali, che mi obbligano a onorarvi, amarvi e servirvi per sempre... per conto mio, vi supererò in lealtà del cuore e nel mio desiderio di compiacervi».

Enrico chiede poi perdono ad Anna se per caso l'ha offesa e assicura: «Il mio cuore sarà dedicato solo a voi, e lo stesso voglio che sia per il mio corpo». La lettera è quindi firmata nello stile di un adolescente innamorato: «H (Henry) vuole AB, nessun'altra», e le iniziali dell'amata sono inserite in un cuore. Il sentimento sarebbe andato a finir male: come si sa dai libri di storia, il re la fece decapitare alla Torre di Londra nel 1536, e sposò successivamente altre quattro donne.

Ma da quel matrimonio nacque la futura regina Elisabetta I d'Inghilterra, sovrana che ha segnato un epoca di grandi conquiste e terreno fertile per grandi scrittori come William Shakespeare, nota come Età elisabettiana.

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