Poche centinaia di metri separano il monastero Mater Ecclesiae, il luogo del ritiro scelto da Benedetto XVI, da Casa Santa Marta, la residenza che Francesco ha preferito all'appartamento pontificio nel Palazzo Apostolico. Pochi centinaia di metri che il Papa argentino, ancora sofferente per la gonartrosi che non lo abbandona, ha voluto percorrere per rendere omaggio al suo predecessore "molto ammalato" e per pregare per lui, fino alla fine.
Nel monastero immerso nei Giardini Vaticani e voluto da Giovanni Paolo II nel 1994 per ospitare una comunità di religiose contemplative anche tra le mura del più piccolo Stato del mondo, Bergoglio dovrebbe muoversi su una sedia a rotelle. La stessa utilizzata per lasciare l'Aula Paolo VI e raccogliersi in preghiera davanti a Gesù Bambino, nel presepe, al termine dell'udienza generale in cui ha annunciato al mondo l'aggravarsi delle condizioni di salute di Ratzinger.
La famiglia pontificia
Anche Benedetto XVI, ormai più che 95enne, si è spostato fino ad oggi in sedia a rotelle nei suoi appuntamenti quotidiani: la messa nella cappella al piano terra, le poche udienze concesse nel salone al primo piano con le pareti ornate da icone bizantine, il rosario davanti la grotta della Madonna di Lourdes nei Giardini Vaticani. A seguire ogni suo passo nella vita quotidiana è la famiglia pontificia che lo accompagnava anche negli anni al Palazzo Apostolico: ci sono il segretario particolare Georg Gänswein e quattro donne - Carmela, Loredana, Cristina e Rossella - dell'associazione laicale Memores Domini legata a Comunione e Liberazione. Nel 2010 questa famiglia ha perso un pezzo importante, Manuela Camagni, scomparsa prematuramente dopo essere stata investita da un'automobile in via Nomentana.
Ratzinger, che aveva celebrato personalmente le esequie, era rimasto profondamente colpito dalla morte improvvisa della Memor Domini ed aveva affidato la sua sofferenza in un messaggio in cui aveva confessato di provare un "grande dolore, che solo la fede può consolare". Oltre alle quattro Memores, l'accesso al monastero è consentito anche a Birgit Wansing, laica consacrata, che svolge le funzioni di segretaria di Ratzinger già dai tempi dell'incarico di prefetto alla Congregazione per la dottrina della fede.
Natale di sofferenza
E' con loro che il Papa emerito ha trascorso anche i giorni di questo Natale particolare, il secondo senza l'amato fratello Georg che era solito fargli frequentemente visita in Vaticano nonostante l'età più avanzata, la cecità e il mancato uso delle gambe. Un Natale particolare perchè, come ha riferito l'Ansa, è già nei giorni precedente che Benedetto XVI ha cominciato a stare male: "problemi respiratori", si è appreso. Ma le complicanze della salute non hanno impedito comunque la celebrazione della messa per la solennità nel monastero.
Il Monastero
Giovanni Paolo II, come detto, aveva voluto inaugurarvi un monastero di clausura anche dentro il Vaticano. Lo aveva inaugurato il 13 maggio 1994 per poter contare sulla preghiera delle suore a supporto del suo ministero. Le ultime a risiedervi erano state delle suore visitandine, l'ordine fondato da san Francesco di Sales di cui proprio oggi ricorrono i 400 anni dalla morte. E proprio oggi è uscita una Lettera Apostolica a lui dedicata, la Totum amoris est, che Francesco ha annunciato proprio nel corso dell'udienza generale in cui ha dato notizia dell'aggravamento del Papa emerito.
Scegliendo di ritirarsi nel monastero Mater Ecclesiae, Ratzinger ha voluto rimanere fedele alle intenzioni del suo amato predecessore nel rivendicare una presenza contemplativa all'interno del Vaticano a supporto del Papa regnante.
Così ha fatto Benedetto XVI dal 2013 ad oggi, a pochi metri di distanza dal suo successore, sostenendolo con la preghiera come ha riconosciuto oggi lo stesso Francesco dicendo di lui che "nel silenzio sta sostenendo la Chiesa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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