"Arrivi la luce della Pasqua sul popolo russo". La benedizione Urbi et Orbi del Papa

Nella benedizione Urbi et Orbi da piazza San Pietro, il pensiero del Santo Padre per la pace nel mondo e soprattutto in Ucraina

"Arrivi la luce della Pasqua sul popolo russo". La benedizione Urbi et Orbi del Papa

Quest'oggi Francesco ha presieduto la celebrazione della Santa Messa della domenica di Pasqua a piazza San Pietro (guarda il video), dopo la Veglia pasquale in Basilica nella notte santa e dopo il forfait alla tradizionale Via Crucis al Colosseo del venerdì santo per via delle temperature troppo basse.

La benedizione

Il Papa ha presieduto la celebrazione sul sagrato della Basilica Vaticana presiede la solenne celebrazione della Messa della domenica di Pasqua. Al termine della funzione, dopo aver salutato la folla in papamobile, il Pontefice si è affacciato alla Loggia della benedizione e da lì ha pronunciato il suo messaggio pasquale, impartendo la benedizione Urbi et Orbi.

Nella giorno dell’annuncio della Resurrezione di Cristo, Bergoglio ha dedicato il suo messaggio ai conflitti aperti nel mondo. La sua supplica al Signore per chiedere che sia aiutato "l’amato popolo ucraino nel cammino verso la pace" ma senza dimenticare la preghiera di effondere "la luce pasquale sul popolo russo" (guarda il video).

Non solo la guerra in Ucraina nei pensieri e negli auspici del Papa. Bergoglio è intervenuto anche su un altro tema d'attualità, l'attentato a Tel Aviv rivendicato dagli estremisti islamici e nel quale ha perso la vita anche un turista italiano, l'avvocato Alessandro Parini. Il Papa ha voluto manifestare la sua "viva preoccupazione per gli attacchi di questi ultimi giorni" sottolineando come questi finiscano per minacciare "l’auspicato clima di fiducia e di rispetto reciproco, necessario per riprendere il dialogo tra Israeliani e Palestinesi, così che la pace regni nella Città Santa e in tutta la Regione".

Gli altri scenari di instabilità

Francesco, che aveva il suo fianco il cardinale 94enne Ernest Simoni, sopravvissuto alle persecuzioni del regime comunista in Albania e a cui lui stesso ha conferito la porpora, ha rivolto poi il suo pensiero alle vittime del terrorismo internazionale, specialmente in Burkina Faso, Mali, Mozambico e Nigeria. Una menzione, come spesso accade in queste solennità, anche all'amato Libano che cerca "stabilità ed unità" e al Myanmar in merito al quale ha citato anche la vicenda dei "martoriati Rohingya" per i quali ha auspicato giustizia.

Un breve cenno anche alla situazione dei cristiani perseguitati, in particolare il Papa ha chiesto a Dio di sostenere le comunità cristiane che oggi celebrano la Pasqua in Nicaragua e in Eritrea e di ricordarsi di "tutti coloro a cui è impedito di professare liberamente e pubblicamente la propria fede". Nel Paese dell'America Latina infatti è stato condannato a 26 anni di carcere il vescovo di Matagalpa, monsignor Rolando Alvarez dopo essersi rifiutato di lasciare la sua terra insieme ad altri sacerdoti e oppositori politici.

Migranti

Non sono mancate le parole di carità di Francesco per i migranti.

Al Risorto, il Papa ha chiesto di confortare "i rifugiati, i deportati, i prigionieri politici e i migranti, specialmente i più vulnerabili" ma ha chiesto di non dimenticare anche chi soffre "i nefasti effetti del narcotraffico, della tratta di persone e di ogni forma di schiavitù". Infine, una preghiera per i governanti con la richiesta che:

"nessun uomo o donna sia discriminato e calpestato nella sua dignità; perché nel pieno rispetto dei diritti umani e della democrazia si risanino queste piaghe sociali, si cerchi sempre e solo il bene comune dei cittadini, si garantisca la sicurezza e le condizioni necessarie per il dialogo e la convivenza pacifica".

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