Vendola & soci, basta col Sud piagnone

Il governatore della Puglia è il simbolo del Mezzogiorno che rifiuta l’economia del futuro. Minaccia guerra contro la costruzione di centrali nucleari. E difende l’economia improduttiva

Quando si parla di immigrazione la sinistra, quella alla Vendola, ci ricorda sempre che è un fatto ineluttabile, che la storia va in quella direzione e che affermare il contrario è da trogloditi. Quando si parla di energia nucleare,invece, troglodita è chi, come noi, sostiene che costruire centrali nucleari non è più neanche una scelta così eclatante, è portarsi al livello di altri paesi dove il nucleare c’è. Dove non provoca i disastri che a sinistra paventano e che, soprattutto, hanno delle bollette molto meno care delle nostre.
Domenica, in televisione, in poche parole ha detto che se il governo vuole aprire anche un solo cantiere di centrali nucleari in Puglia deve far andare lì l'esercito, se no non se ne parla neanche. Come tono, per un pacifista, non c’è male. Interessante è poi la motivazione. Il presidente uscente della puglia e ricandidato del centrosinistra (nonostante D'Alema) alla rielezione ha detto di essere a conoscenza di documenti dell’Enea nei quali si afferma che le nuove centrali nucleari si potrebbero fare solo in Puglia perché è zona a basso pericolo sismico e per la configurazione del territorio. La Puglia, ha concluso, va in un’altra direzione quindi fuori dai piedi con queste idee perché il governatore dello stato pugliese (evidentemente già autonomo dall'Italia, Bossi e le secessione gli fanno un baffo) queste cose non le vuole.
Non sappiamo in che direzione vada la Puglia di Vendola. Sarebbe interessante sentire i pugliesi se questo corso della Puglia abbia influito sulle loro bollette facendoli spendere meno o no. Se questo nuovo corso sono idee del prolifico Nichi o se siano una realtà già operante, dove e come.
Nel frattempo che Vendola va in un'altra direzione ci sono dei dati interessanti e che, forse a Vendola sono sfuggiti. Nel 2009, in Italia, la produzione di elettricità da fonti rinnovabili è stata incrementata del 13%. Si è passati da 58,16 THw (teravattore, un multiplo dei wattore utilizzato per indicare quantità ingenti di energia elettrica prodotta) a 66 TWh nel 2009. Per rendere possibile tutto ciò il governo ha dovuto spendere molto denaro pubblico per incentivare queste fonti che, come il nucleare, non generano emissioni nocive nell'aria. Queste fonti sono, per intenderci, l'energia solare con il fotovoltaico, l’eolico che produce energia sfruttando il vento, gli impianti alimentati da biomasse, cioè da materiali di origine organica animale o vegetale, o quelli idroelettrici. Nel 2009 l'utilizzo di queste forme di energia ha coperto il 20% del consumo di energia elettrica del nostro Paese. Nel 2008 eravamo al 16,8%. Tutto questo costa perché è un settore che va aiutato, incentivato. Altrimenti, da solo, non va avanti. Di questi tempi trovare soldi pubblici è difficile ma è evidente che passi in avanti se ne stanno compiendo.
C'è poi un'altra questione non da poco. Vendola è molto sensibile alle ragioni dell’ambiente e anche a questioni culturali. Bene, ad oggi, le macchine che producono queste energie alternative sono veri e propri colpi negli occhi. Non so cosa ispiri a lui la vista di questi aggeggi collocati sul territorio. A noi vedere le pale dell'energia eolica non ricorda le guglie di una cattedrale gotica né i pannelli solari un qualche mosaico bizantino. Non è facile collocare queste apparecchiature senza danneggiare il nostro ambiente naturale. Ma anche questo non conta, conta solo quando c'è da costruire un'autostrada, un ponte o anche solo un cavalcavia.
Ebbene, anche l’Italia stato indipendente come la Puglia di Vendola, si muove in questa direzione verde. Ma non basta. Non fa risparmiare.

Non assicura l'indipendenza energetica dell’Italia dai paesi dai quali dipende ancora troppo. C'è un’alternativa al nucleare? A nostra conoscenza no. Forse Vendola, però, in Puglia si è inventato qualcosa di alternativo. Ne informi in fretta il mondo che freme per conoscerlo.

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