Il presidente Silvio Berlusconi va al contrattacco. E mentre deposita una memoria, della quale pubblichiamo ampi stralci, che ribalta le accuse, affida a un comunicato del suo portavoce Paolo Bonaiuti le considerazioni alla vigilia del verdetto. «Il processo Mills – recita la nota, ricordando che il processo è prescritto – è soltanto uno dei tanti processi che si sono inventati a mio riguardo. In totale più di cento procedimenti, più di 900 magistrati che si sono occupati di me... dei record davvero impressionanti, di assoluto livello non mondiale ma universale, dei record di tutto il sistema solare».
Voglio ricordare che l’attuale capo di imputazione costituisce un radicale e profondo rimaneggiamento costruito ad arte dal pubblico ministero (...). E l’intento della Procura con quella modifica è più che palese. Ma comunque esaminiamo l’attuale imputazione. Secondo la Procura Mills avrebbe reso false dichiarazioni in due processi penali accettando da Carlo Bernasconi su mia disposizione, una somma di denaro. Iniziamo dai processi in cui Mills ha deposto quale testimone. (...) Debbo ricordare che era ritenuto assolutamente ostile rispetto alle ragioni della difesa. Tanto che proprio in base alle sue dichiarazioni fui ingiustamente condannato nel primo grado di entrambi i processi. (...) Quindi alla fine del 1999 dopo essere stato condannato per ben due volte in conseguenza delle dichiarazioni di Mills e ancor prima della sentenza di appello, gli avrei fatto avere a titolo di gratitudine ben 600.000,00 dollari. E tanto si era dimostrato teste amico Mills che quando nel 2003 fu sentito nel processo cosiddetto Sme-Ariosto, invece di agevolare la difesa avvalendosi della facoltà di non rispondere e rendere così inutilizzabili le sue precedenti dichiarazioni che tanto mi avevano nuociuto, Mills appunto ritenne invece di testimoniare. E allora non è dato comprendere quale riconoscenza io avrei dovuto avere nei confronti di Mills e quali favoritismi avrebbe questi posto in essere.
Debbo rilevare, fra l’altro, come ho avuto più volte occasione di affermare che i miei rapporti con l’avv. Mills erano inesistenti. Come è noto ho sempre avuto fin da giovanissimo una attività lavorativa assai intensa (...) A ciò si aggiunga che dal giugno del 1993 mi impegnai stabilmente in politica (...) Quando Carlo Bernasconi avrebbe promesso il denaro e poi lo avrebbe consegnato a Mills, io ero proprio nel pieno di quell’impegno politico che mi ha portato ad essere il Presidente del Consiglio che più a lungo ha governato l’Italia dal 1946 ad oggi. Ebbene io non ricordo né di aver mai incontrato l’avv. Mills né di avergli parlato mai al telefono. (...). Sulla telefonata, che è anche fra i punti del capo di imputazione, l’assunto è davvero straordinario. (...) il contenuto di questa telefonata secondo lo stesso Mills fu totalmente irrilevante. Mai a Mills nel corso dei due processi che ho ricordato fu chiesto se avesse avuto con me contatti telefonici sul punto specifico in discussione (...). Né mai Mills avrebbe potuto dichiarare che la proprietà delle società del cosiddetto gruppo B della Fininvest in realtà avrebbero fatto capo a me. (...) Si pensi, ad esempio, alla contestazione di falso in bilancio. Se Mills avesse affermato che la proprietà delle società del gruppo B era di Silvio Berlusconi persona fisica e non della Fininvest,che fra l’altro era da me interamente posseduta,sarebbe venuto meno l’obbligo di consolidare quelle società in bilancio e avrebbe impedito alla Procura di sostenere l’accusa. Basterebbe questa banale osservazione per comprendere come sia erronea la tesi della falsa testimonianza. Sulla plusvalenza di 1,5 milioni di sterline è facile osservare come dalla lettura delle plurime dichiarazioni di Mills sul punto, vi sia stata da parte sua la volontà di creare la massima confusione per potersi tenere tale somma e per il timore di accuse nei suoi confronti. (...) Ma se un Tribunale non vuole ascoltare i testimoni della difesa e ammette solo quelli della accusa, è ovviamente impossibile pervenire ad una sentenza giusta. Anche «Century One» e «Universal One» erano argomenti che potevano ingenerare problematiche di natura penale non già per me bensì per lo stesso Mills, tanto che tutto ciò gli comportò una imputazione da parte della stessa Procura di Milano (...). Confermo quindi che nessuna società fu costituita per mio conto né alcuna movimentazione di denaro avvenne su mia disposizione. La storia di quelle due società è nota e se fossero stati ascoltati i testi della difesa, che invece sono stati cancellati, risulterebbe anche agli atti. (...) Dei fatti successivi io non sono affatto a conoscenza come potrebbero ben testimoniare tutti coloro che non si è voluto ascoltare come testimoni (...). È chiaro che se non verranno sentiti i testimoni in merito, questo non potrà essere considerato un giusto processo ma sarà invece la mera conferma delle tesi della Procura senza contraddittorio alcuno.
Ritorniamo a Carlo Bernasconi. Purtroppo il dottor Bernasconi non può essere ascoltato ma la mia difesa fin dal primo momento ha chiesto al pubblico ministero, al giudice per l’udienza preliminare, al primo Collegio giudicante e a questo Collegio, di acquisire tutte le sue movimentazioni bancarie italiane ed estere. E se la lettera di Mills al suo commercialista deve essere utilizzata non se ne può prendere solo una parte. In quella lettera infatti vi sono delle precise indicazioni di movimenti dei denari di Carlo Bernasconi. I miei difensori hanno addirittura proposto di sospendere la prescrizione durante gli accertamenti pur di conoscere la verità. Tutti si sono rifiutati adducendo la Procura una scusa che è francamente incredibile, ovvero la mancata conoscenza di dove Bernasconi avesse i conti. In Italia sarebbe stato assai facile individuarli e all’estero, almeno in Svizzera, Gran Bretagna e Irlanda, ben si poteva investigare. E come mai non si sono voluti sentire i familiari di Carlo Bernasconi (...)? È una domanda che in un processo normale non sarebbe mai rimasta senza risposta. E quando la mia difesa ne ha avuto la possibilità e ha potuto accedere ai conti la tesi accusatoria è crollata tanto da doversi artificiosamente cambiare il capo di imputazione.
È la mia difesa che si è procurata la documentazione alle Bahamas dimostrando inequivocabilmente che quel denaro, i famosi iniziali 2.050.000,00 dollari, erano non già di Bernasconi bensì di Attanasio. (...) Ogni volta (...) che viene eseguito un approfondimento emerge con chiarezza la totale inattendibilità ed inconsistenza delle tesi della Procura. (...) Fu lo stesso Mills che nelle bozze del memoriale trovato sul suo computer e che Mills intendeva depositare alla Procura a dichiarare che fin dal primo interrogatorio aveva detto al dr. De Pasquale e al dr. Robledo che il denaro arrivava tutto da Attanasio. Scrisse altresì di non aver preteso la verbalizzazione poiché intimorito da un possibile arresto e di aver voluto per questo motivo compiacere la Procura che insisteva per ottenere da lui una accusa nei miei confronti.
Insisto è Mills stesso a raccontare queste cose. Allora domando: perché si ritiene credibile Mills quando (...) collima con la tesi accusatoria e invece lo si ritiene non credibile quando scrive per sé e per il suo avvocato? È evidente il motivo: perché tutto ciò diverge e confligge con la tesi della Procura. (...) I dati contabili sono oggettivi e risultano da tutte le consulenze, da tutti gli atti, da tutte le testimonianze. Mai, mai vi è stato un flusso di denaro da me, dal mio gruppo, da Carlo Bernasconi o da altri a favore di Mills per la vicenda in oggetto. E le ragioni che hanno spinto Mills a fare quelle iniziali dichiarazioni al fiscalista sono assolutamente comprensibili ed ovvie.(...) È (...) ovvio che Mills fosse preoccupato, e non poco, di dover testimoniare su quei flussi di denaro che avevano portato in carcere Attanasio, che potevano costargli una accusa di riciclaggio e la forzata divisione del danaro con i suoi ex soci (...). Ecco quindi le ragioni della sua invenzione su Bernasconi anch’egli deceduto (...). Del resto Mills ha poi ammesso di aver avuto quei soldi da Attanasio e tutto questo è stato confermato dai documenti e dai riscontri che hanno consentito al fisco inglese di sottoporre a tassazione quella somma (...) Ma evidentemente non si vuol credere nemmeno al fisco inglese per non dover ammettere la totale infondatezza della tesi accusatoria. (...). Ciò (...
) sarebbe stato ancor più conclamato se si fossero consentite le testimonianze che la legge imporrebbe di ascoltare.Per concludere ritengo di avere il diritto di aspettarmi da questo Collegio non una sentenza di prescrizione ma invece una sentenza di piena assoluzione per non avere commesso il fatto.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.