Quando si parla del Vesuvio, il nostro pensiero corre subito allesplosione vulcanica del 79 d.C., che ha distrutto le città di Pompei, Ercolano e Stabia. Levento ebbe un cronista deccezione, Plinio il Giovane. Da allora vi sono state altre importanti manifestazioni vulcaniche, come quella del 1631, che causò più di 4mila vittime, fino allultima del 1944. Ma, forse a causa dei lunghi periodi di quiescenza, il ricordo della pericolosità del Vesuvio si è quasi cancellato. tantè che ben 18 comuni, con quasi 600mila abitanti, si trovano attualmente in unarea a forte rischio vulcanico. La mostra «Alla scoperta del Vesuvio», ospitata nel Complesso del Vittoriano (Salone centrale-Ala Brasini fino all11 febbraio), pone laccento sugli aspetti scientifici, geologici e di prevenzione, facendo scoprire al visitatore il lavoro svolto dallOsservatorio Vesuviano per mezzo di strumentazione di monitoraggio antica e moderna, e allo stesso tempo illustra la storia del celebre vulcano con una serie di ex-voto, gouaches, documenti, testi, fotografie, fumetti, installazioni e filmati. Salito alla ribalta della cronaca internazionale con leruzione del 16 dicembre 1631, il Vesuvio cominciò ad assumere un ruolo centrale anche nel mondo dellarte, divenendo una delle poche immagini naturalistiche in grado di evocare un preciso contesto urbano: basti pensare alle innumerevoli gouaches napoletane sette-ottocentesche che lo raffigurano; questo anche perché a partire dalla seconda metà del XVII secolo si trasformò in un vulcano «addomesticato», alla cui sommità i turisti potevano facilmente accedere e da lì assistere a fantasmagorici spettacoli di fuoco. Anche molte opere contemporanee ce lo mostrano, come quelle in mostra di Andy Warhol, Max Ernst, Jannis Kounellis, Francesco Clemente, Mimmo Paladino, Ernesto Tatafiore, come pure i fumetti della strega Amelia, disegnata con le sembianze di Sofia Loren. Decisamente più poetiche sono le tavole dipinte provenienti dal Museo della Madonna dellArco: ingenui ex-voto che illustrano alcuni miracoli, come quello di una signora in carrozza che, pur colpita da un lapillo, rimane illesa. Nella sezione scientifica sono esposti diversi materiali eruttivi e strumenti tecnici per lo studio dellattività vulcanica.
Tra le curiosità vi è pure un «medagliere» vesuviano, ovvero una raccolta di grandi medaglie che venivano coniate direttamente nella lava fresca, soprattutto nel primo Novecento, quando il vulcano era ancora a condotto aperto. Ingresso libero- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.