Viaggio in 8 tappe nell'Italia che rinasce

Già 12mila i cantieri completati, migliaia quelli in arrivo. Parola d'ordine: "Legalità"

Viaggio in 8 tappe nell'Italia che rinasce

È una sfida che si svolge lontano dai riflettori, ma è un'impresa senza precedenti. Il più grande cantiere d'Europa su una superficie di ottomila chilometri quadrati, tanto per capirci le dimensioni dell'Olanda. Dobbiamo immaginare un susseguirsi di gru e ponteggi, ottomila interventi su edifici privati e tremilacinquecento gestiti dalla mano pubblica. Un territorio vastissimo che abbraccia quattro regioni: Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. Il tentativo di cancellare o meglio cicatrizzare le ferite e gli squarci aperti dal terremoto, anzi dalla sequenza disastrosa di scosse, del 2016.

Ora si volta pagina perché questa terra meravigliosa, il cuore antico dell'Italia, vuole rinascere. Ripartire verso il futuro che sta arrivando: a Camerino, a Norcia, ad Amatrice, a Farindola, in quella serie di cartoline e borghi appartati, spesso lontani dalle grandi direttrici turistiche, che messi in fila formano la dorsale dell'Italia, della sua civiltà, della sua arte.

Una battaglia che è in pieno svolgimento e che il Giornale racconta a partire da oggi, con un viaggio in otto puntate dentro il cratere. Orgoglio e aspettative. La paura di rimanere indietro nel lento declino di un pezzo fondamentale del mosaico tricolore. Ma anche una partita decisiva per far decollare il motore di queste regioni nel segno della legalità. È la legalità la parola chiave di questa fase delicatissima in cui le macerie e le rovine lasciano il posto alle silhouette di ville, condomini, scuole, laboratori. Un tessuto da riconnettere: dodicimila cantieri sono già stati chiusi, ottomila sono in corso, migliaia sono in arrivo. Si corre contro il tempo, perché la stagione della precarietà va avanti già da nove anni e non può durare all'infinito, ma nello stesso tempo si alza un argine contro le infiltrazioni della criminalità che fiuta il ghiotto business.

La prima notizia è l'introduzione di un badge, un badge elettronico che diventa, per tutti quelli che entrano nel perimetro del cratere, l'angelo custode della legge e, sia detto senza retorica, il simbolo di un modello di trasparenza. «Vogliamo procedere in fretta - spiega a il Giornale il Commissario straordinario Guido Castelli, senatore di FdI ed ex sindaco di Ascoli Piceno, il direttore d'orchestra che dall'inizio del 2023 ha fra le mani la bacchetta della ricostruzione - ma vogliamo anche tutelarci perché queste terre non diventino bivacco di mafiosi e imprese mafiose che cercano di riciclare capitali sporchi. Nello stesso tempo ci attrezziamo per sconfiggere alla radice caporalato, lavoro nero, forme di sfruttamento della manodopera, rischio di incidenti sul lavoro dovuti a superficialità, negligenze o peggio connivenze verso attività imprenditoriali avventurose o opache. Noi tutto questo non possiamo tollerarlo e vogliamo fare di questa gigantesca cittadella un modello riconosciuto a livello internazionale». «Lavoriamo per la sicurezza - sottolinea il ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone - e lo facciamo nel cantiere più grande d'Europa. Questo farà scuola in tutta in Italia».

Dunque, il badge, che verrà introdotto gradualmente, e il settimanale di cantiere, una sorta di diario di bordo per rilevare eventuali anomalie e incongruenze. Ma non solo: nell'area del sisma si realizza un esperimento mai avvenuto nella storia patria: applicare la normativa antimafia anche ai privati che qui usufruiscono dei soldi dello Stato. Controlli snelli ma ferrei per evitare che i tentacoli della piovra si nutrano con gli ingenti stanziamenti previsti dalla macchina della ricostruzione che alla fine, secondo stime attendibili, divorerà qualcosa come ventotto miliardi di euro. Non basta. All'orizzonte c'è anche l'iscrizione all'Anagrafe antimafia degli esecutori delle imprese chiamate a dare il loro contributo nel cratere. Si tratta di una sorta di whilte list di società che sono state monitorate dal Viminale e hanno superato l'esame di legalità. Da ripetere ogni anno. L'adesione è volontaria ma il pass è necessario per firmare contratti nelle aree terremotate. «Garantiamo procedure semplificate - spiega il prefetto Paolo Canaparo, direttore della Struttura per la prevenzione antimafia del Viminale - e dall'altro tempestività e uniformità dei controlli sulle opere in via di realizzazione».

Insomma, nessun blocco o tappo alle opere ma il rafforzamento di un'economia pulita con la redazione della white list cui hanno già aderito 18 mila imprese. Grazie al sostegno e all'attenzione del ministro Matteo Piantedosi la ricostruzione costituisce ormai un'importante luogo di sperimentazione - prosegue Canaparo - Un laboratorio che sarà utile per mettere a punto un sistema di vigilanza efficace». E ora il modello adottato nel cratere può essere esportato e diventa la pietra di paragone per Milano-Cortina 2026. Stessa white list e semaforo verde per i 18 mila virtuosi del mattone.

Dal terremoto alle Olimpiadi per rimettere in piedi spazi incantati del Paese. E dotarlo di infrastrutture all'avanguardia. Ma senza perdere quel tratto di armonia che è la chiave di violino di tutta questa storia.

(1. continua)

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