"La violenza fa parte di noi. Non sono un cattivo maestro"

Il grande regista premiato a Torino per la sua carriera

"La violenza fa parte di noi. Non sono un cattivo maestro"
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«Il cinema è un fanciullo che sta crescendo. Cent'anni sono pochi per un'arte che comunque ha già fatto un pezzo di strada importante». Il cinefilo. Il regista. Il ricercatore. Le varie anime di Martin Scorsese, pardon Scozzese. «Il mio cognome esatto è con la doppia zeta, come chi viene dalla Scozia. Mio nonno si chiamava così, poi gli americani hanno sbagliato a trascriverlo e sono rimasto Scorsese, cognome che non rappresenta la mia famiglia». Orgogliosamente italo-americano in cerca delle sue origini - «in questo viaggio nel vostro e nel mio Paese tornerò anche a Polizzi per conoscere le radici dei miei avi» - il cineasta con cittadinanza italiana riceve oggi la Stella della Mole, premio del Museo del cinema di Torino.

Appassionato di musica e sensibile all'italianità, spiega che il progetto di un film su Frank Sinatra, italo americano come lui, riposa nei cassetti. «Troppo presto, ora. Al film su Gesù invece sto lavorando. E, con la sua complicità, di Gesù intendo, conto di portarlo a termine in un tempo che spero vicino». Il ventilato pensionamento di un artista del pantheon di Hollywood può attendere. «Il mio arrivederci alla regia è ancora lontano. Ho molto da fare e tante idee in testa. Spero che da lassù mi si dia la possibilità di realizzarle».

Insomma, Scorsese è più attivo e brillante che mai. E non sa se ritenersi un cattivo maestro per il grande ruolo che la violenza ha nei suoi film. «Prevaricazione, prepotenza e guerra sono nei geni dell'umanità. Magari non sono nella nostra natura ma arriva un momento in cui emergono, appunto, con violenza». È accaduto e continua ad accadere. «In Killers of the flower moon il protagonista ama i nativi ma ne occupa le terre, quindi devono sparire. Un destino che negli Stati Uniti si è ripetuto senza intervalli. Almeno nel passato».

E c'è lo Scorsese ricercatore e protettore

del patrimonio cinematografico mondiale che ha dato vita a una Fondazione con un patrimonio di migliaia di titoli da proteggere da oblio e rovina. Un sogno mai realizzato «Un film che sia un'epopea storica. Ci sarà tempo».

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